
In occasione del webinar Ibl di ieri, è stato presentato e discusso “Virus e Leviatano“, libro di Aldo Maria Valli edito da Liberilibri. All’incontro, coordinato da Serena Sileoni (vicedirettore generale dell’Ibl), oltre all’autore hanno partecipato Pasquale Annicchino (senior research associate del Cambridge Institute on Religion & International Studies) e Riccardo Manzotti (professore di Filosofia teoretica all’Università Iulm).
Valli ha esordito dicendo che con questo piccolo pamphlet è tornato alle sue origini. Dopo essersi occupato per tanti anni, come vaticanista, della vita della Chiesa, ha tirato fuori dal cassetto la sua laurea in Scienze politiche per fare una incursione nel campo della filosofia politica, anche rifacendosi a uno dei suoi maestri: Gianfranco Miglio. Proprio l’insegnamento di Miglio sulla teoria schmittiana dello stato d’eccezione è stata una delle sue fonti d’ispirazione. Nel libro si parla del primo lockdown come di un momento in cui l’Italia ha smesso di essere una Repubblica parlamentare e di tutelare i diritti costituzionali. Vi è stata una disinvoltura del Governo nel compiere questo passaggio, ma anche un’accettazione passiva da parte dei cittadini. Chi può dunque assicurarci che in futuro non vi sia uno Stato emergenziale istituzionalizzato? Una domanda inquietante che le persone che amano la libertà devono farsi.
Per Manzotti, in questi mesi una delle cose che è mancata è stata infatti una discussione sui “valori”. Di fronte alla paura e al rischio si è accettata una narrazione monotematica, un pensiero monodimensionale. Ma i costi vanno commisurati ai valori e i valori stessi sono frutto di scelte individuali. Ridurre tutta la discussione a un pensiero monodimensionale vuol dire togliere alle persone la loro caratteristica più autentica: una persona, senza libertà, si può dire che non esista.
Proprio perché tocca tali questioni basilari, Annicchino ha messo in risalto l’importanza del testo di Valli. Oltre agli aspetti giuridici come l’esautorazione del Parlamento, interessante è stata anche la questione delle norme sociali, che ha messo in luce alcuni aspetti irrazionali come l’ira riversata sui “runner”. Annicchino non ha visto però, nella risposta del Governo all’emergenza sanitaria, un qualcosa di eccezionale, ma semplicemente la riproposizione del solito atteggiamento dello Stato italiano, che considera i cittadini come suoi sudditi.
Aggiornato il 12 novembre 2020 alle ore 13:01