
Solidarietà e commozione innanzitutto per le vittime a Vienna dell’ennesimo infame attacco terroristico, che a proposito di paura e di politicamente corretto tutti i giornali si guardano bene dal definire di matrice islamica jihadista con un movente antisemita. Insomma, si parla di terrorismo e basta tanto per restare nella solita ambiguità. La verità è che, al contrario di Francis Fukuyama, che profetizzava “la fine della storia” dopo la caduta del Muro, perché quel crollo, era la sconfitta finale del comunismo, aveva ragione Samuel Huntington che con “lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale” gli rispose che non era finito niente, perché l’Occidente restava sotto attacco eccome, a partire dall’integralismo islamico e dalla Cina, leggere per credere. Del resto, la cosiddetta trappola di Tucidide è più attuale che mai: tradotta in modo grossolano, chi si fa pecora il lupo se la mangia. È la ragione per la quale meno l’Occidente difende se stesso, le sue radici giudaico cristiane, le libertà, le tradizioni democratiche e la cultura millenaria, più perde spazio, controllo e autorevolezza liberale.
Ecco perché di nuovo ieri abbiamo scritto forza Donald Trump, nella speranza e nell’auspicio che stanotte torni a vincere e restituire a tutti, quella forza di libertà, laicità, democrazia, diritti e autonomia, conquistata a prezzo di battaglie e sacrifici inenarrabili dagli uomini di buona volontà, incrociamo le dita. Al netto di ciò, da noi, dopo che il Governo e la maggioranza giallorossa hanno sbagliato tutto nella risposta al Covid e alla crisi economica conseguente, gettando il Paese in un quadro devastante, stiamo assistendo al tentativo dettato solo dalla paura di coinvolgere il centrodestra per creare un alibi di copertura. Perché sia chiaro: se fosse vero il contrario e la buona fede, l’esecutivo non avrebbe sempre fatto spallucce e marameo ad ogni proposta del centrodestra. Ecco il motivo per cui scriviamo del tranello, troppo facile tendere una mano al dialogo solo quando dopo una serie di scriteriatezze e di idiozie il Paese è infiammato, esasperato e giustamente vicino alla rivolta democratica e civile. Anche perché dialogare non significa solamente ascoltare per trascurare, ma trasformare in decisioni le proposte delle opposizioni, altrimenti è una presa in giro, come del resto è successo fino adesso. L’unità e la condivisione non può essere un appello e basta, un po’ di cipria per imbellettare l’arroganza e l’incoscienza, ma una forma di partecipazione reale dell’opposizione nelle scelte per il bene della nazione.
Ma non solo, perché per dirla fino in fondo, quando un esecutivo nato peraltro da una forzatura ipocrita e fasulla, sbaglia e insiste nell’errore, crea danni economici e timore, non riesce a gestire la baracca perché si vede sta andando tutto in vacca, si manda a casa e se ne mette uno migliore, diverso capace e competente. È questa l’unica maniera che adotterebbe una democrazia vera: si chiamerebbe subito alla guida del Paese l’intelligenza migliore per comporre un Governo ampiamente rappresentativo, fatto delle più forti esperienze, capacità e competenze di tutti gli schieramenti, per affrontare scelte e provvedimenti. Per questo da mesi scriviamo di Mario Draghi, un personaggio di una abilità e preparazione tale da essere riconosciuta a livello mondiale, il solo in grado di guidare un esecutivo nuovo di zecca, selezionato, e attrezzato di ogni requisito per portare l’Italia fuori dalla crisi, nel giusto approdo e nel migliore modo. Altro che collaborazione che solo oggi viene a chiedere il Governo di Giuseppe Conte di fronte all’evidenza di un Paese furibondo che ha perso la pazienza. Insomma, chiedere aiuto dopo aver bruciato 100 miliardi, aver garantito l’apparato di Stato e salassato e chiuso solo quello produttivo e privato, essersi piegato alla Cina con la via della seta, i monopattini, i banchi a rotelle, l’acquisizione dei porti, dopo aver tolto al paese libertà e democrazia, più che ridicolo è un sintomo di paura e di fobia.
Ecco perché scriviamo al centrodestra occhio a non cadere nel tranello, all’ipocrisia politica di una maggioranza che ha superato ogni imprevidenza nei Dpcm, ogni lucidità nelle chiusure delle aziende, ristoranti, esercizi, laboratori, artigiani e operatori, un Governo del coprifuoco, che ha promesso e nei fatti mantenuto poco o niente al punto tale da gettare sul lastrico e far imbestialire tutta la gente. Eppure di consigli, allarmi, suggerimenti, Conte ne ha avuti eccome, sarebbe bastato guardare agli altri Paesi, anziché farsi così bravo da passare alla storia e ripetere pubblicamente rifarei tutto, rifarei un bel niente avrebbe dovuto dire visti i risultati nel Paese e nel settore produttivo che paga da solo tutto il pegno e tutte le spese.
Il centrodestra non solo non deve ascoltare le sirene della paura che “fa novanta”, ma deve salire al Colle per chiarire una volta per tutte e con forza che serve un altro Governo sostenuto da un’altra maggioranza, più grande e articolata. Solo questa è la soluzione per la condivisione, per una partecipazione politica collettiva alla salvezza e al futuro del Paese, altrimenti ognuno si assuma le proprie responsabilità, a partire dal premier. E chi vivrà, vedrà.
Aggiornato il 03 novembre 2020 alle ore 10:29