Come è umano lei…

Restiamo umani. È quello che ci sentiamo ripetere ogni qual volta qualcuno alza il ditino mettendo in luce quanto sia importante porre un argine agli sbarchi di immigrati. Se solo ti azzardi a rincarare la dose dicendo che, oltre ad essere irregolare, l’immigrazione incontrollata potrebbe nascondere anche una certa percentuale di infiltrati con velleità di terrorismo o, nella migliore delle ipotesi, di delinquenza comune, sei automaticamente tacciato di razzismo fascistoide. Sei un buzzurro che non capisce quanto siano importanti per l’Italia questi signori che addirittura ci pagano anche le pensioni. Il nuovo capo della sinistra mondiale, Papa Bergoglio, tuona ogni giorno lanciando scomuniche contro chi non apre i porti ai fratelli che giungono col barcone. Addirittura, il “braccio navale” del Vaticano – le Organizzazioni non governative – si reca a ridosso delle coste nordafricane per prendere in consegna dagli scafisti i poveri migranti onde poi traghettarli con mille espedienti sempre e solo in Italia (dove evidentemente il lassismo è tale da permettere loro di muoversi in libertà).

Anche la magistratura, obbedendo al Soglio di Pietro, si mobilita a suon di carta bollata se per caso qualcuno osi mettere in dubbio il volere di Dio, chiudendo i porti o compiendo atti ostili alla libera circolazione dei nostri fratelli che scappano dalle guerre. I dirigenti locali responsabili del partito della Santa Sede per l’Italia hanno anche più volte preso il canotto per manifestare vicinanza al Santissimo: ricordiamo tutti l’onorevole Graziano Del Rio (il “parroco” di Reggio Emilia) o “Don Matteo” (Orfini) a bordo della nave di Karola Rackete, la capitana che osò sfidare l’allora ministro dell’Interno, speronando una nave militare della stessa istituzione che la applaudiva. Poi capita che un tunisino, al grido di “Allah è grande”, sgozzi e ferisca dei passanti in Francia e che questa escalation sia l’ultima di una lunga serie di omicidi a sfondo terroristico. E capita anche, come in molti altri casi, che il gentiluomo in questione responsabile dell’attentato a Nizza fosse in Italia già il 9 ottobre dopo lo sbarco a Lampedusa e l’identificazione a Bari. Non è la prima volta che l’Italia è il crocevia di attentatori che poi girano l’Europa con l’intento di spargere sangue. E la notizia dell’attentatore di Nizza passato per l’Italia non l’avremmo nemmeno saputa se non l’avesse scritta per primo il deputato francese Eric Ciotti. Una roba talmente imbarazzante da imporre almeno un minimo di silenzio.

Nemmeno per idea. Giunge a stretto giro di posta il commento dell’eurodeputato Pietro Bartolo, che invita a non fare di tutta l’erba un fascio. A rincarare la dose giunge la dichiarazione del sindaco di Nizza, Christian Estrosi, secondo il quale l’attentatore sarebbe un “islamo-fascista”. Sì, avete capito bene: islamo-fascista. E su questa dichiarazione possono tranquillamente scorrere mestamente i titoli di coda. Applausi.

Aggiornato il 30 ottobre 2020 alle ore 11:48