Occhio ai pulpiti e alle prediche

Dal predicare bene e razzolare male al da che pulpito arriva la predica, la proverbistica sul tema offre l’imbarazzo della scelta e a parer nostro mai come stavolta gli italiani dovrebbero svegliarsi per capire quanto siano veri quei significati.

Pensate solo che sarebbe successo se a parti invertite, sul loggione di Assisi per celebrare Francesco il Santo Patrono del Paese, ci fosse stato Matteo Salvini oppure un leader del centrodestra, apriti cielo, avrebbero parlato di strumentalizzazione politica, di ipocrisia e forse addirittura blasfemia. Ancora di più avrebbe suonato la grancassa del soccorso rosso se da quella loggia un premier di centrodestra avesse parlato di politica, del governo, avesse fatto l’ennesima autocelebrazione, per farla breve utilizzato la tribuna nella maniera meno opportuna. Perché, sia chiaro, non solo il discorso di Giuseppe Conte è stato la solita blandizia, protesa all’uso di termini irenici d’effetto, ma sembrava quello di un presidente insediato nel ruolo di recente anziché da due anni e mezzo.

Insomma per uno tanto bravo, preparato sul percorso da seguire, quella di ieri avrebbe potuto essere l’occasione, dopo due anni e mezzo, per snocciolare semmai un consuntivo di successi e risultati rispetto ai traguardi programmati. Invece come al solito è stato l’elenco delle speranze, delle promesse, degli auspici, degli inviti al “volemose bene”, al restiamo uniti; una sorta di filastrocca come se la gente fosse sciocca. Del resto gli effetti negativi di due anni e mezzo di governo, prima gialloverde e poi giallorosso, sono evidenti e lo sono soprattutto da quando è esplosa la maledetta pandemia che oltre alla salute ha attaccato l’economia mettendo in ginocchio il Paese. Eppure il Governo e tutto il sistema, perché sempre la sinistra conta sull’appoggio di un apparato costruito scientemente nei decenni, dall’informazione alla cultura, dalla giustizia al sindacato, dall’università ai gangli dello Stato e allo spettacolo, anziché risolvere i problemi li ha aggravati o trascurati per dedicarsi ad altro.

Pensate solo in questi mesi quante pagine e interventi destinati a dileggiare Donald Trump, Boris Johnson perché hanno sottovalutato il virus finendo oltretutto per esserne infettati, come a dire gli sta bene se la sono cercata e meritata, mentre su Nicola Zingaretti neanche una parola. Eppure il segretario del Partito Democratico, all’inizio del problema assieme ai suoi alleati non solo invitava agli aperitivi ma li faceva, tanto è vero che il Covid l’ha colpito, ma su lui anziché il dileggio dedicato a Trump e Johnson, un coro di conforto e buon auspicio; questa è l’informazione, la politica, il modo di pensare e di essere a sinistra. Ecco perché scriviamo da quale pulpito i giallorossi vengano a offrirci la litania, predicano bene e razzolano male è la loro cifra storica del resto, tanto è vero che gli interventi contro la crisi seguono lo stesso filone.

Insomma, parole di attenzione e comprensione a chi è stato chiuso, alle aziende che non hanno fatturato, al segmento produttivo che rischia un consuntivo 2020 da paura, ma i 100 miliardi sono andati in assistenza, reddito di cittadinanza, quota 100, assunzioni e aumenti nell’apparato statale, monopattini e bonus ridicoli, piuttosto che dove serviva. Per non parlare della presa in giro sui sacrifici che tutti gli italiani avrebbero fatto; bugia, perché il premier dovrebbe dirci quali sarebbero i sacrifici degli statali, le rinunce salariali, quali i posti pubblici a rischio, dunque non è vero che tutti gli italiani abbiano fatto sacrifici ma solo ed esclusivamente quella parte produttiva.

Per non parlare del pessimo esempio di solidarietà che hanno dato i politici a partire proprio dal governo e dalle istituzioni che non si sono diminuite di un euro gli appannaggi super, sarebbe stato un gesto di partecipazione che avrebbe reso più credibili i sermoni dai loggioni. Ecco perché diciamo occhio alle prediche, al tentativo in corso di cambiarci i neuroni per ridurci come pecoroni che bevono, promesse, assicurazioni, perché non è così e la prova sta nei fatti visto che il Paese cola a picco e rischia il collasso a proposito di governo e dei suoi provvedimenti. Ma se non bastasse la sinistra, la maggioranza e l’apparato a volerci illudere e condizionare definitivamente per portarci nel recinto loro, criminalizzando qualunque pensiero alternativo, plurale e liberale a partire da quello di centrodestra, ci si mette d’aggiunta la Chiesa e il Vaticano. Insomma, su Fratelli tutti come esempio ci sarebbe da dire, e visto che la libertà di pensiero e di espressione civile, educata e garbata è ancora lecita noi lo diciamo, anche perché libera Chiesa in libero Stato, non vi pare?

La fratellanza, per farla breve, è cosa bella, auspicabile e virtuosa, ma anche Caino e Abele erano fratelli eppure purtroppo è finita come sappiamo, e sulla proprietà privata che va intesa nel senso di ricchezza accumulata lo Stato Vaticano è forse il primo al mondo. Oltretutto proprio in questi giorni è apparso alle cronache l’ennesimo affare opaco di alti prelati trasformati in finanzieri per una serie di investimenti immobiliari, per non parlare dell’elenco che potremmo fare di giri di soldi enormi e strani se tornassimo ai tempi di Marcinkus. Insomma, la ricchezza enorme del Vaticano cozza un po’ con l’attenzione alla povertà, come cozza l’idea che la proprietà privata non debba essere considerata in assoluto intoccabile, visto che volendo di ricchezza da trasformare e distribuire a favore del bisogno in Vaticano ce ne sarebbe eccome, e lo diciamo sia col massimo rispetto ma sia con cognizione visto che si tratta di realtà.

In conclusione, bisognerebbe davvero che la gente ponesse l’attenzione su ciò che sta accadendo che va ben oltre il guaio della pandemia ma attiene alla volontà precisa di cambiarci testa, stile e vita, di convincerci per sempre che solo a sinistra, solo in quel pensiero, ci sia salvezza, fratellanza, benessere economico e sociale, perché dall’altra parte c’è solo rozzezza, egoismo, spregiudicatezza e sovranismo deteriore.

Non è così, perché il pensiero liberale, democratico e solidale, di un Paese libero e autonomo, attento ai bisogni ma cosciente che senza produzione non c’è ricchezza da distribuire, un Paese pluralista che è l’opposto di quello comunista, dove la politica assistenziale non è clientelare, è l’unico pensiero che ovunque abbia attecchito ha garantito democrazia, alternanza, sviluppo, libertà e fratellanza, esattamente il contrario del pensiero marxista, leninista e comunista, che ha ridotto alla fame, alla disperazione e sottomissione ogni popolo e ogni nazione.

Aggiornato il 05 ottobre 2020 alle ore 17:47