Ma mi faccia il piacere…

Che il premier Giuseppe Conte fosse espressione dei grillini è stato chiaro fin dal principio, dal tentativo iniziale finito male, tanto è vero che solo l’ingenuità scriteriata di Matteo Salvini che del leader non ha la stoffa, permise al professore poco noto, di fare centro al secondo, con l’esperienza disarmante gialloverde. Del resto, la sua esperienza a capo di due governi, uno il contrario dell’altro, è il riassunto della storia a 5 stelle, tutto e il suo opposto, a conferma che sotto il Movimento oltre all’impreparazione, alla mediocrità, all’opportunismo, di progetto politico c’è stato solo quello della confusione, doppiezza e la solita finzione. Basterebbe pensare ai Vaffa day contro la casta trasformati nel tempo nel contrario esatto, alla scatoletta di tonno da rivoltare che i grillini hanno finito di sigillare, alla promessa di non fare mai alcuna unione sbugiardata dal consenso per l’armata Brancaleone. Per non parlare delle accuse feroci al partito di “Bibbiano” col quale poi deciso di stare mano nella mano, delle critiche roventi alle auto blu, ai privilegi, alla pletora d’assistenti, terminata con l’ingaggio a gogò di amici, parenti e consulenti. E poi le gaffe su tutto, dalla geografia all’economia, dalla garanzia di non andare oltre il secondo mandato alla conferma del terzo come benvenuto, dall’antieuropeismo ai voti decisivi per Ursula von der Leyen, dall’amore per farange a quello per Paolo Gentiloni. Per non parlare della richiesta di impeachment per Mattarella alla proposta di Conte per il bis, dall’odio per Berlusconi alle blandizie e complimenti odierni, dal no tav. al sì tav., dalla cancellazione di Equitalia al Torquemada fiscale, dalla promessa in stile Cola di Rienzo di salvare Roma al disastro vergognoso nella capitale.

Dopodiché potremmo ricordare sia del premier che dei grillini, di Beppe Grillo il capo, di Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede e Laura Castelli, le mille gaffe, i discorsi megalomani e autoreferenziali, dagli aperitivi sul Covid agli abbracci nei negozi cinesi, all’anno bellissimo, all’atto d’amore delle banche, al tutto sotto controllo. E ancora, le manovre da citare nella storia, il nuovo umanesimo, la pioggia di miliardi, le mascherine, le dieci diverse autocertificazioni, i numeri al lotto dei provvedimenti, gli show su Facebook e a reti unificate, le accuse offensive a Salvini e meloni in parlamento e tivù, il fuori onda con Angela Merkel. Potremmo ricordare il caso Alfonso Bonafede-Nino Di Matteo, i boss mafiosi scarcerati, i cantieri bloccati da Toninelli, la sciarada su autostrade, gli annunci della soluzione sull’ex Ilva, i brindisi sul balcone per la vittoria sulla povertà, il flop del reddito ai malfattori, le scelte sui barconi e sui porti prima chiusi e poi riaperti. Una infinità di annunci e smentite, promesse sconfessate, certezze disattese, le figuracce dell’Inps e del suo presidente sempre grillino, sui soldi finiti per le pensioni, sul click day, sulle accuse alle aziende furbette, sui nomi dei parlamentari disonorevoli che hanno chiesto i bonus.

Potremmo ricordare il caos costituzionale sui Dpcm, dei 100 miliardi bruciati in assistenza e sciocchezze del tipo monopattini cinesi, col risultato che nelle città ogni secondo si rischia un incidente grave e i monopattini te li ritrovi parcheggiati pure di fronte all’ascensore. Per non dire degli eco bonus che per averli servono più di 30 documenti tanto perché il governo avevano garantito la semplificazione e la lotta alla burocrazia, oppure il bonus biciclette che gli stanno così a cuore da voler fare il tunnel sullo stretto per andare in monopattino o in biciclo da Villa San Giovanni a Messina. Da ultimo il balletto sulle cifre del Pil che per Roberto Gualtieri, conte e compagnia cantante sarà molto migliore del previsto, quando non c’è indicatore, associazione di categoria, previsione degli esperti che non preveda disastri. Eppure Conte come se niente fosse è riuscito pure a dire di aver sponsorizzato Mario Draghi a capo della Ue, ma vi rendete conto? Come se uno special one assoluto stimato e apprezzato ovunque nel mondo ai massimi livelli, avesse bisogno del favore di un professore poco noto che i grillini hanno voluto a Palazzo Chigi.

Del resto il silenzio di Draghi su questa ennesima gaffe la dice lunga, come la dice lunga quello del capo dello Stato sul secondo mandato, per non parlare del silenzio degli alleati dei grillini, che per quanto politicamente ipocriti pure loro di strategia ne masticano meglio. Ecco come siamo messi nel momento peggiore della vita, con l’Italia che rischia l’asfissia finita in mano a questa compagnia, a quei grillini che dovevano salvarci e hanno finito per affossarci, tra bugie, voltafaccia, ipocrisie, incoscienze ed eresie compresa l’ultima e più grave del referendum sulla diminuzione dei parlamentari. L’unica cosa vera che in parlamento dovrebbe diminuire magari a zero, è la presenza dei 5 stelle e per riuscirci serve votare bene alle Regionali e No al Referendum, per farsene una ragione basta rivedere quello che hanno combinato in Italia da quando un comico genovese ha deciso di divertirsi col Paese. “Ma mi faccia il piacere”, direbbe Totò.

Aggiornato il 07 settembre 2020 alle ore 10:53