Siamo al grottesco

Che fossimo finiti nelle mani politiche sbagliate s’era capito, ma che si andasse dall’ipocrisia al grottesco francamente no. Pensate come stiamo messi nella stagione più drammatica che l’Italia abbia mai vissuto. Certo, verrebbe voglia di separare la nostra terra geograficamente intesa, dai cittadini, perché la colpa di questo sfascio e anche e soprattutto loro, di chi nel 2018 ha pensato che i grillini avrebbero salvato baracca e burattini. Eppure, s’era visto a Livorno, a Torino e specialmente a Roma. Si conoscevano i curricula dei 5 stelle, si sapeva della storia del comico che li guidava. Parliamoci chiaro: gli elementi per sapere cosa fare c’erano eccome. Così come un anno fa non c’era dubbio su cosa uscisse fuori dalla somma tra grillini, gli eredi di quel Palmiro Togliatti che, al fianco di Iosif Stalin, aveva avallato i peggiori crimini e delitti. I cattocomunisti nati dalla fusione tra cellula, parrocchia e sezione: il Pci-Pds- Ds-Pd. Consegnare l’Italia a loro è stato un tragico errore.

Tanto è vera l’ipocrisia giallorossa che non c’è stata nemmeno la dignità dei leader di metterci la faccia entrando nell’esecutivo. Parliamo di Matteo Renzi, Nicola Zingaretti, Emma Bonino, Laura Boldrini. Per non dire dei grillini, visto che sia a Beppe Grillo sia Davide Casaleggio di entrare in campo è sempre mancato il coraggio. Eppure, in un passaggio tanto grave come quello dell’anno scorso, nell’esecutivo dichiarato di salvezza nazionale, l’unico in grado di garantire la nazione, capace di risollevarci, avrebbe dovuto entrare in gioco o il livello più alto dei partiti che si erano uniti, oppure il fior fiore degli specialisti e degli esperti. Al contrario, i giallorossi così bravi, sinceri e dedicati, hanno scodellato un governo per lo più di seconde e terze file, di personaggi che coi dicasteri facevano a cazzotti, di sconosciuti e ragazzotti, come a dire così è se vi pare questo è il governo per la salvezza nazionale. Come se non bastasse si è mantenuto lo stesso premier, che non solo aveva si è no terminato l’apprendistato nel disastro precedente, ma si è ritenuto in grado di poter guidare senza problemi due coalizioni opposte, come se lo stesso professore potesse insegnare due materie confliggenti.

Per farla breve, è stata fatta una operazione così forzata, precaria e malandata ai danni del paese che ritrovarci a pagarne le spese era scontato, per questo c’è il caos nella scuola, nei conti, nei tavoli di crisi tutti aperti, nei programmi con l’Europa sui fondi, escono fuori proposte scriteriate, nelle uscite dei ministri c’è un teatrino mentre il paese è abbandonato a sé stesso. Vi sembrano normali le uscite offensive del premier in tivù contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni, quelle peggiori di Zingaretti sulle fosse comuni, di alcuni sul covid di Silvio Berlusconi? Vi sembra normale ciò che sta accadendo sugli sbarchi degli illegali, il silenzio che è sceso sul “caso Palamara”, sul giudice feriale che ha condannato il Cavaliere? La prosecuzione delle limitazioni di libertà costituzionali? Vi sembra normale l’annuncio di Giuseppe Conte sul tunnel dello stretto seguito da quello della Paola De Micheli sulla ciclabile per collegare Villa San Giovanni a Messina? Per non parlare del prolungamento dello Smart working, delle riaperture, dei voucher aboliti che hanno messo in ginocchio l’agricoltura, delle mascherine ai bambini, della promessa solenne sulle semplificazioni di cui non s’è vista l’ombra?

Vi è sembrata normale la task force di Vittorio Colao, gli Stati generali di cui oramai non c’è più traccia, la proposta di Virginia Raggi, a proposito di grillini, di usare il Recovery fund per la funivia, quando la capitale in quattro anni si è ridotta al disastro peggiore che ci sia? Vi è sembrata normale la sanatoria di Teresa Bellanova che è stata un flop per l’economia agricola e un successone per gli sbarchi clandestini? Oppure lo spreco di 100 miliardi di soldi a debito di tutti che anziché aumentare i consumi e il Pil hanno aumentato solo la rabbia e l’esasperazione di chi produce, lavora e cerca eroicamente di resistere alla crisi? Vi sembra normale tenere a casa metà degli statali col risultato di peggiorare i servizi che già con tutti al lavoro, si fa per dire, erano da rivolta, e adesso saranno da delirio collettivo, per non dire del danno grave che lo Smart working sta generando all’indotto che ci lavora e al quale non si è pensato nemmeno per sbaglio quando si è deciso il taglio. Infine, vi sembra normale istituire la milionesima commissione che ovviamente costerà altri soldi a debito, per valutare i collegamenti tra Calabria e Sicilia, quando per il ponte sullo Stretto tra studi, analisi e proposte da decenni si spendono miliardi e miliardi per progetti finiti nei cassetti?

Ebbene, per noi non solo non è normale ma è la testimonianza di quanto siamo messi male, di quanto coi grillini e soci cattocomunisti siamo finiti peggio che sbandati, di quanto questo governo ci stia portando dritti dritti all’inferno, di quanto con loro l’Italia anziché al futuro stia esalando l’ultimo respiro, di quanto sia importante il voto di settembre della gente. C’è poco da smoccolare se poi sbagliamo chi votare, per cui tra poco quando saremo nell’urna, delle due l’una o ci mettiamo una mano sulla coscienza per licenziare questa maggioranza, oppure scegliamo il qualunquismo per condannarci all’autolesionismo, perché sia chiaro non solo finirà l’illusione giallorossa della ricreazione, ma la democrazia e la ricchezza della nazione, giusto per unire in un colpo solo due grandi pensatori del passato, Tocqueville e Adam Smith.

Aggiornato il 04 settembre 2020 alle ore 11:04