
Per Nello Musumeci, il Governo ha preso degli impegni che dovrà mantenere. Sull’emergenza migranti, il governatore siciliano non fa sconti. Al termine dell’incontro romano di ieri sera con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Musumeci non nasconde il proprio scetticismo.
“Entro due giorni – ha detto l’esponente della destra isolana – arriveranno tre nuove navi quarantena a Lampedusa e i migranti vi saranno trasferiti”. Musumeci ha voluto sottolineare la propria posizione: “Noi non arretriamo di un solo millimetro – ha aggiunto – abbiamo aperto una breccia in un muro che sembrava di cemento armato. A parole c’è la volontà del Governo di risolvere il problema degli hotspot”.
Il premier non ha gradito le parole del presidente siciliano: “Siamo consapevoli – ha detto Conte – delle difficoltà che state vivendo e della necessità di studiare insieme le soluzioni più efficaci per far fronte a queste difficoltà. Ma sappiamo anche che il fenomeno è complesso da sempre e non bastano gli slogan per affrontarlo, ma sono necessarie iniziative a vari livelli e interventi ben sinergici e ben coordinati”.
Il governatore, ai microfoni di Radio anch’io, su Radio 1, ha detto che “ci troviamo di fronte a tanti impegni ma a nessuna certezza. La diffidenza da parte mia e da parte nostra è più che legittima se si tiene conto che solo dopo dieci anni è stato posto seriamente il tema del flusso migratorio in un confronto diretto tra il Governo centrale e quello regionale. È normale che ci siano da parte nostra delle riserve, valuteremo uno per uno gli impegni assunti in relazione alle scadenze e al calendario che lo stesso capo del Governo si è dato; però non c’è dubbio che siamo riusciti, con l’ultima ordinanza a porre finalmente il tema della migrazione anche in relazione all’aspetto umanitario e sanitario. Io mi occupo essenzialmente della sanità e quindi il consentire che questi esseri umani, questi nostri fratelli sfortunati nella gran parte abbiano potuto utilizzare strutture dello Stato fuorilegge”.
Per Musumeci, “lo Stato dovrebbe dare l’esempio e invece fa finta di essere umanitario. In questo caso lo ‘Stato Sicilia’ ha fatto tutto quello che non era stato fatto prima dallo ‘Stato Roma’. Credo che possiamo davvero contenti di esserci riusciti perché per la prima volta abbiamo denunciato la condizione di squallore in cui lo Stato Roma manteneva i migranti in Sicilia, non so altrove in Italia ma anche qui non mi faccio molte illusioni. L’aspetto sanitario è il primo grosso problema di cui io mi sono occupato”.
Aggiornato il 04 settembre 2020 alle ore 13:48