Sull’orlo del baratro, Italia in sicurezza subito

A volte si prendono delle grandi cantonate, ma di fronte all’evidenza si cambia. Segno di intelligenza, mentre perseverare è diabolico. All’inizio della pandemia la sinistra era convinta che fosse un pregiudizio ideologico e una forzatura intollerante invocare le quarantene, le distanze e le mascherine rispetto ai cinesi e agli stranieri in genere. E quella compagine che dentro la sinistra fin dagli anni Settanta è più estremista e in nome dell’antirazzismo, dell’omofobia, delle nuove società fluide pretende di imporre regole e leggi per trasformare la società, ha dovuto ammettere e arretrare. Perché dalle campagne “abbraccia un cinese” sbandierate ovunque con presunzione e cocciutaggine si è passati ai distanziamenti e alle mascherine obbligatorie. Senza che Matteo Salvini e Giorgia Meloni c’entrassero nulla. Basterebbe questo dato globale, mondiale, eclatante per imporre un ripensamento doveroso, senza neppure bisogno di elezioni. Invece è diabolico l’atteggiamento che questo governo, soprattutto nelle espressioni più alte del presidente del Consiglio, della ministra dell’Interno e del ministro degli Esteri, stanno tenendo nei confronti degli immigrati tra cui molti positivi che in massa continuano ad aggredire le nostre coste. È notizia costante la segnalazioni di arrivi di barconi con a bordo positivi e infettati. I quali accolti in centri di accoglienza come quello per esempio di Lampedusa, che scoppia con numeri dieci volte maggiori, fuggono.

Fuggono, come denuncia Il Giornale, come i 21 tunisini dal centro in Umbria di Gualdo Cattaneo, l’ex agriturismo Il Rotolone gestito come altri nella regione in base a bandi milionari dall’associazione l’Arci solidarietà “Ora d’aria”. Né il sindaco Enrico Valentini, né il prefetto, né altre autorità hanno potuto fare nulla e ora sono i primi a dire che la struttura era inadeguata, mentre l’associazione ammette che neppure una camionetta della polizia sarebbe bastata a evitare le fughe. Dove si vuole arrivare, a far sbarcare gli immigrati e poi deportarli? Con molta naturalezza i responsabili dell’Arci umbra hanno spiegato che i tunisini fuggiti hanno i loro numeri di cellulare e “se vogliono chiamano”. Situazione spaventosa. Può la ministra dell’Interna Luciana Lamorgese sopportare una cosa del genere senza fare una piega? Senza dimettersi? Perché non è una situazione isolata. Ci sono focolai di immigrati positivi ovunque in Italia. La Lamorgese per assicurarci la sicurezza sanitaria, come è massimo dovere, aspetta le navi da quarantena da piazzare intorno all’Italia contro il blocco navale invocato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni? I sieropositivi della Lamorgese contro i militari della destra? Ma ci si può dividere in questo modo ridicolo su una questione nazionale che richiede Stato, responsabilità, sicurezza? Tuttavia, anche qualora la ministra dell’Interno provasse a essere più rigida, come pure aveva annunciato nei giorni scorsi, dal Vaticano interviene un Angelus papale che invoca a dare accoglienza a tutti. Ma quale misericordia è questa che getta individui malati e derelitti nella condizione disperata di un Paese che sta combattendo contro un virus letale, la crisi e la criminalità. Il caso della caserma di Piacenza, dove carabinieri deviati torturavano detenuti stranieri con modalità agghiaccianti, non basta? La cancrena è arrivata dentro le massime istituzioni.

Non è forse il virus quella condizione globale che costringe ogni Paese a prendere le sue misure, ad affrontare la pandemia, dai colossi come la Cina, la Russia e gli Stati Uniti, alle aree più complesse come l’America Latina e più povere come l’Africa e tanti Paesi asiatici. Quale barcone può alleviare una emergenza globale se non che politiche universali adeguate? Ma lo sanno i responsabili del governo e dell’opposizione che cosa significano focolai di immigrati fuori controllo? Come hanno spiegato gli esperti se il virus sfugge in ambiti dove è quasi impossibile fare tracciamenti, ricognizioni, altro che l’app “Immuni”, dove le condizioni sanitarie sono precarissime, come i centri di accoglienza in sovrannumero, i campi Rom, le bettole e i cimiciai dove poveri stranieri sono assiepati in questo nostro Paese, il Covid-19 è destinato a diventare un virus letale senza fine. Lo abbiamo combattuto con un lockdown mondiale, ci siamo costretti “tutti a casa” e ora nella fase più delicata della ripresa lasciamo entrare e vagare i più pericolosi? Non da untori, ma da poveracci, la cui tutela è anche quella di porre fine ai viaggi della morte, la vergogna di questo secolo.

L’immigrazione così disarticolata, selvaggia, fondata sull’irregolarità, ha messo in ginocchio l’Italia, l’Europa e il mondo. E quindi non è solo un problema italiano, ma internazionale. Ha creato alti rischi sanitari, ha piegato le economie, ha prodotto disoccupazione, sfruttamento, schiavitù e la più irrefrenabile diffusione di crimini come il mercato delle droghe, della prostituzione e delle peggiori forme di degrado. Ora i fondi degli aiuti Ue, la grande infornata di centinaia di miliardi, a cosa pensano di destinarli? Non credo occorra un’altra task force per definirlo. Difficile dire per mettere in sicurezza il Paese, le frontiere, i porti, gli aeroporti, il suolo italiano da pandemie, mafie e ogni irregolarità. Non solo controllando il territorio palmo a palmo e risolvendo le situazione di degrado, ma caserma per caserma, perché come ha detto Ilaria Cucchi rivolta al comandante supremo dell’Arma dei Carabinieri, il generale Giovanni Nistri, la spavalderia con cui avvenivano brutalità inaudite “non è solo il risultato di alcune mele marce”. Nei giorni scorsi il presidente Vladimir Putin ha diffuso un video in cui si nota una distesa di militari a cui egli arringava “sono stanco” sostenendo che l’Occidente sia infestato di omosessuali satanisti determinati a diminuire la popolazione mondiale con stermini di massa. Fake news? Come quelle messe in giro secondo cui il Covid-19 sarebbe tutta una balla, che le morti sono gonfiate e la tiritera va avanti tra maggioranza e opposizione che si rinfacciano l’uso delle norme speciali.

L’infettivologo Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha dovuto rispondere a tono al collega Alberto Zangrillo, primario dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele, dicendo che “i focolai in giro dimostrano che il Coronavirus non si è indebolito per niente” contro il partito degli ottimisti. Non c’è giusta misura tra emergenza rossa e fase tre, solo tanta disinformazione e molte speculazioni. Col finale paradossale per cui secondo alcuni anche la ministra dell’Interno e il premier favorirebbero i contagi per prolungare lo stato di emergenza e così tenere in piedi il governo. Siamo alla follia pura e alla politica che intossica tutto. I soldi ci sono, lo Stato pure, gli italiani si sono dimostrati seri e rispettosi, anche gli stranieri hanno fatto il loro meglio, si fermi la politica con le sue avidità e sinistra e destra non ci gettino nel fuoco delle loro vecchie sfide. Unità, responsabilità e controllo. Ancora l’Italia è quella “bellezza” che se la più grande casa di moda, Dior, deve allestire un set per la sua ultima sfilata sceglie Lecce, il Salento, la nostra storia e tradizioni.

Aggiornato il 24 luglio 2020 alle ore 13:28