Alla faccia del successo giallorosso

Un po’ di settimane fa, quando in Europa si è iniziato a parlare di Recovery fund e di Next, Giuseppe Conte, assieme ai giallorossi e all’informazione di sostegno, armarono un can can autocelebrativo sul successo straordinario del governo. Addirittura premier, ministri e maggioranza, parlarono di cifre precise a disposizione del Paese fra prestiti e sussidi rispetto ai 750 miliardi di euro, insomma pur di farsi bravi non esitarono a dare tutto per scontato come fosse stato approvato: bugia colossale. Noi tra i pochi, non solo puntualizzammo il falso scoop, perché si trattava di proposte e basta, ma sottolineammo l’incoscienza dei brindisi che sarebbero serviti solo ad infastidire ulteriormente i Paesi contrari a partire dall’Olanda. Infatti così è stato. Del resto, parliamoci chiaro, chiunque avrebbe reagito come i frugali a vedere un Paese verso il quale si nutrono dubbi, sfottere tutti con interviste e titoloni su una vittoria inesistente, visto che la battaglia nemmeno era iniziata, Ça va sans dire. Insomma, il lupo perde il pelo ma non il vizio e gli eredi di Palmiro Togliatti, i cattocomunisti e i grillini, di ipocrisia sono maestri, vendono la pelle dell’orso prima d’averlo ucciso e quando vengono sbugiardati danno la colpa agli altri e li accusano di disfattismo, altra bugia colossale.

Sia chiaro, noi non solo non abbiamo mai amato questa Europa, ma sempre scritto di un consesso nato male e cresciuto peggio, con l’aggravante di un’Italia che dall’inizio non si è fatta rispettare verso lo strapotere di alcuni a partire dalla Germania. Dunque, nessuno provi a darci dei disfattisti o polemici a prescindere. Adesso si dirà che in questo caso la Germania non c’entri nulla visto che sembra condividere le proposte italiane sul Recovery fund. Ma il nodo è proprio quello, sembra. Perché sia chiaro, se la Angela Merkel avesse tuonato come ha fatto mille volte in altri casi sull’approvazione in toto della proposta originale, statene certi non ci sarebbero stati frugali in grado di protestare. In realtà dietro l’ostinazione dell’Olanda e dei frugali, c’è proprio la Germania che ha concordato di mandarli avanti per fare due parti in commedia, la comprensiva di fronte, l’infida di dietro, parliamo di strategia politica, esattamente quello che non siamo stati in grado di fare noi. Del resto, da quando è nato l’euro e l’Unione europea non c’è stata foglia che si sia mossa senza il favore della Germania. Figuriamoci in un momento così grave se i tedeschi fossero stati determinati sul pacchetto del Recovery fund, cosa mai avrebbe potuto fare Mark Rutte, poco o niente. Ecco perché parliamo di ammuina della Merkel e d’incapacità dei giallorossi, che prima di cantare vittoria stoltamente come fanno regolarmente, avrebbero dovuto già da tempo chiedere un trilaterale con Emmanuel Macron e con la Merkel per concordare e firmare col sangue il pattuito. Nei passaggi internazionali tanto importanti e decisivi è così che fa un governo scaltro e capace, tratta prima di arrivare al round finale, anziché buggerarsene per brindare ad un successo inesistente, per arrivare al dunque senza avere in mano niente come ha fatto Conte.

Ma se questo non bastasse i giallorossi hanno fatto peggio, perché in questi mesi al posto di disporre un piano sulla spesa, di spillover finanziario seppure temporaneo dal pubblico al privato, un modo autonomo di recupero di risorse, hanno continuato a bruciare miliardi come fossimo Pangloss di Voltaire, fino ad arrivare in Ue con l’acqua alla gola: incoscienza pura. Così, incapaci da riuscire coi Dpcm a sperperare altri 85 miliardi di debito senza che il Pil se ne stia accorgendo, tanto è vero che il mondo produttivo intero è furibondo e vicino alla rivolta. Eppure, con una spesa vicina ai mille miliardi a recuperarne un centinaio non sarebbe impossibile considerato il momento drammatico, oltretutto ad invarianza di bilancio, pensate quanta sicurezza avremmo avuto con 100 miliardi nostri in mano da dedicare al contrasto della crisi indipendentemente dalla Ue. Per non parlare dell’ipotesi di chiedere un prestito ultradecennale e fiscalmente vantaggioso agli italiani come atto d’orgoglio e partecipazione al superamento dello shock produttivo, di certo la gente avrebbe risposto immediatamente e poderosamente fornendo liquidità, eccome. Per questo diciamo che se ci troviamo con l’acqua alla gola e messi all’angolo in Europa, non è colpa dei frugali, ma del governo e c’è poco da dire che non è il momento delle polemiche ma dell’unità e del sostegno, perché è la solita ipocrisia dei cattocomunisti e dei grillini.

Insomma, quando governa la sinistra chissà perché non è mai il momento delle polemiche, mentre quando c’è il centrodestra è sempre tempo anche di fronte al peggio. Prova ne sia che dall’estate 2011 all’autunno inoltrato, quando il governo di Silvio Berlusconi fu espropriato da Mario Monti, venne giù l’ira di Dio. In quei mesi di fronte agli attacchi dell’Europa contro l’Italia, contro le proposte del governo di centrodestra con la scure dello spread manipolato, i figliocci di Togliatti, giornali di supporto e così via col cavolo che evitarono polemiche stringendosi al governo, fecero l’esatto contrario con un fuoco di fila atomico e oggi che tocca a loro chiedono solidarietà: ipocrisia politica pura. Qui non si tratta di evitare polemiche ma di capire che averci messo in mano ad un governo senza coesione e preparazione, senza programma sull’economia, tasse, manette, assistenzialismo e statalismo a parte, è stato un errore che stiamo pagando in Italia e in Europa e qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. Altroché Olanda, che a noi non è mai piaciuta come l’impalcatura della Ue che si è costruita. Speriamo bene. Chi vivrà vedrà.

Aggiornato il 20 luglio 2020 alle ore 10:35