
Se Giuseppe Conte vorrà giustificare lo stato di emergenza ad ottobre, o addirittura a dicembre, dovrà dire la verità. E dovrà dirla in aula quando a giorni si presenterà alle Camere per la discussione e il voto, come hanno preteso le opposizioni guidate da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che dubitano una manovra tattica per tenere in vita il governo. Se non si tratta di un escamotage, il premier dovrà fornire prove sul prolungamento e allora potrebbe emergere la realtà abilmente nascosta: il boom di contagi tra gli stranieri. È in atto una situazione esplosiva per noi e per loro. E mentre il governo è stato severissimo con i cittadini italiani ora non si capisce perché minimizzi e chiuda gli occhi di fronte ai focolai tra gli stranieri, che continuano ad affluire con le carrette del mare e con gli sbarchi clandestini fuori da ogni controllo. Ma qual è la logica, ci chiediamo.
Aeroporti chiusi a 13 nazioni extra Schengen tra cui Brasile e Bangladesh, respingimenti di cittadini provenienti da zone a rischio, e dall’altra parte invece porti aperti a clandestini che giungono nei modi più illegali da situazioni super esposte? Insomma, chi paga il biglietto di un aereo va incontro al rimpatrio immediato e chi invece sceglie i trafficanti del mare viene accolto e curato? Ma il governo si rende conto di incentivare così il mercato nero del Covid-19? Esattamente, mercato nero! Cioè sono pronti a partire dalle coste tunisine, del Marocco e della Libia migliaia di positivi provenienti da zone diverse, che scelgono questa via per venire in Italia a curarsi gratis. È un allarme diramato dai servizi segreti al punto che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese è in visita in Libia e Tunisia per fare il punto. L’urgenza, dunque, non è prolungare lo stato di emergenza, ma fermare subito gli sbarchi pericolosi raddoppiati nell’ultimo mese. In Calabria e in Sicilia nei giorni scorsi sono scesi a iosa migranti positivi: 13 ad Amantea, provenienti dal Bangladesh, trasferiti al Celio col risultato di una vigorosa protesta dei romani e degli esercenti vicini al Colosseo alle prese con la più difficile stagione turistica. Se anche quel poco è messo a rischio, la Città è destinata a sprofondare. Altri 14 positivi sono scesi a Pozzallo e 14 a Ragusa. Difficile tenere il conto anche perché una volta scesi gli accolti fuggono dai centri di accoglienza e diventano potenziali infettati invisibili.
Altro che Immuni, la app che controlla ogni minimo spostamento degli italiani, ma si rendono conto le task force di Domenico Arcuri e degli specialisti che si stanno prendendo in giro da soli? Il governo in quante staffe vuole tenere i piedi? Il contagio proveniente dagli sbarchi al sud si è spostato già al nord, dove l’altro giorno solo a Jesolo sono stati individuati 42 positivi. Tanti fuochi accesi ovunque in vista della ripresa di settembre. È in corso una “guerra”, questa volta sì. Popoli che scappano dai loro paesi ad alto contagio per condizioni igieniche e sanitarie e sperano di rifugiarsi in Italia. Potrà l’esecutivo continuare a trincerarsi dietro alla scuse delle guerre? L’idea dei giallorossi sarebbe quella di mettere a disposizioni caserme e navi per le quarantene, ma – ammesso che sia la via corretta – quanto costa ad un paese in crisi economica profonda che deve affrontare l’autunno più caldo? Può l’Italia diventare il Lazzaretto del mondo e può un governo claudicante e in difficoltà accettare una condizione così rischiosa? Stavolta anche d’Oltretevere se ne dovranno fare una ragione e le buone azioni della Comunità di Sant’Egidio, che si fa riprendere mentre accudisce, sfama e cura gli ultimi arrivati, sono uno schiaffo alla nazione e a chi degli stranieri è qui da tempo e cerca una soluzione. Roma è al completo sbando.
Beppe Grillo che se n’è accorto sta dicendo alla sindaca Virginia Raggi di fare le valigie e mettersi in salvo. Gli stranieri sono insofferenti, spesso malati, senza occupazione, quanti redditi dobbiamo prevedere per assicurare l’ordine pubblico? Inutile divulgare l’ennesima foto di un corpo da giorni abbandonato su un gommone in balia dei pesci per cercare di manipolare i sentimenti. Anche questo è uno scempio derivante da un paese che favorisce l’illegalità e la morte e non impone la legge e le regole. Qui ci vuole Matteo Salvini, cioè elezioni subito, che aveva fermato sbarchi e clandestinità, che aveva chiuso i porti, altro che processarlo! Occorre trovare il modo per realizzare nei porti quanto è in vigore negli aeroporti: controlli severissimi, respingimenti fermissimi e blocchi immediati. Come ha intimato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, il quale ha fatto sapere che se il governo non interverrà immediatamente lui i porti li chiuderà da solo. Questa è l’emergenza più critica di fronte alla quale ci troviamo e verso la quale occorre una unità italiana politica e morale, perché oltre tutto ne deriva un profilo indecente e ingrato di presunto razzismo attribuito a una popolazione che ha agito con senno, rettitudine e rispetto. E tanta sopportazione, la quale va difesa e rispettata. Ecco l’emergenza di Conte e il suo governo, seduti non più su poltrone ma su una polveriera.
Aggiornato il 17 luglio 2020 alle ore 20:33