Europrigionieri

Che nell’Euro l’Italia sia nata subalterna si sapeva, del resto da una trattativa fatta da Romano Prodi aspettarsi qualcosa di diverso sarebbe stato difficile, ma che da subordinata diventasse prigioniera francamente no.

Eppure così è stato e l’antifona con la cacciata di Silvio Berlusconi a favore di Mario Monti il salvatore (sic!) fu chiara, tanto è vero che da allora ad oggi, con i Governi di centrosinistra costruiti a tavolino, la discesa è stata una costante al punto che neanche i gialloverdi hanno cambiato niente. Sia chiaro, nell’esperienza gialloverde non si è riusciti a modificare nulla, perché da una parte i 5 stelle hanno fatto come Fregoli, cancellando ogni promessa e ogni parola sulla Ue, dall’altra Matteo Salvini pur di governare, ha pagato la sciocchezza di sottomettersi proprio ai grillini. Figuriamoci adesso che assieme a Beppe Grillo, anziché la Lega, al Governo c’è il fior fiore del cattocomunismo, del comunismo, dell’inaffidabilità politica di Matteo Renzi e di +Europa. Da subalterni, infatti, siamo diventati prigionieri.

Insomma, da quando è partito l’euro, la Ue per noi anziché un sogno è stato un incubo, sia chiaro in compagnia, perché tranne la Germania, i suoi satelliti e la Francia accarrozzata, il peggioramento è stato generale, tanto è vero che tra i 28 c’è un malessere e un contrasto quasi totale.

Adesso si dirà, ma cosa dite, senza l’euro l’Italia sarebbe precipitata all’inferno, triturata e polverizzata dalle crisi, ovviamente è una bugia, innanzitutto perché senza l’Italia l’euro non sarebbe nato e poi perché non c’è la prova del contrario.

Per farla breve, allora, con gli inglesi fuori dall’euro alla partenza, se l’Italia avesse detto no magari la storia dell’euro non ci sarebbe stata oppure avrebbe preso un’altra strada e chissà quale e forse in Europa tutto sarebbe rimasto tale e quale, ognuno con la sua moneta e banca centrale.

Per carità parliamo di ipotesi ideali ma se il buon senso deve avere un ruolo, pensare che senza l’Inghilterra e senza la terza potenza economica d’Europa, la moneta unica sarebbe partita comunque è difficile, ecco perché ce la siamo giocata male fin dall’inizio. Dopodiché facciamo un po’ di chiarezza sulla certezza che se non ci fosse stato l’Euro durante la crisi dei subprime, l’unica di questi anni, l’Italia sarebbe andata ramengo, perché mai?

Se allora ci fossero state le singole monete, la crisi dei subprime avrebbe investito marco e franco francese, visto che le banche che avevano in pancia una enormità di derivati tossici erano quelle franco-tedesche mica italiane. Dunque a Paesi separati problemi separati, solo con l’euro il problema è diventato comune e c’è voluta tutta la capacità di Mario Draghi per contrastarlo col whatever it takes. Tanto è vero che lo stesso Draghi rispondendo agli attacchi di Jens Weidmann sui presunti favori all’Italia con la politica ultra accomodante del Quantitative easing, disse che tra i beneficiari invece c’erano soprattutto Germania e Francia, dunque le proteste sapevano d’ipocrisia.

In buona sostanza il nostro Paese s’è trovato nell’occhio del ciclone della crisi partita dall’America proprio perché l’Euro lo legava al sistema e dunque la dimensione del debito sovrano assumeva un peso completamente diverso che altrimenti. Anche perché in uno scenario di sovranità monetaria dei singoli Paesi ognuno avrebbe dovuto rispondere di se stesso, ma noi sappiamo che l’Italia seppur gravata da un debito molto grande e maggiore degli altri, ha sempre mantenuto fondamentali più che buoni ed è sempre stata in grado di onorare puntualmente gli oneri al suo servizio.

Insomma, seppure in uno scenario ovviamente di fantasia, perché oramai l’Euro c’è e dobbiamo farci i conti, è anche vero che se tutto fosse rimasto come prima in Europa la storia e i suoi effetti non è sicuro che sarebbero stati quelli che raccontano per magnificare la Ue e la moneta unica. Dopodiché al netto delle ipotesi, è vero che l’Italia da anni avrebbe dovuto fare le riforme per migliorare la crescita e diminuire il debito e il suo rapporto col pil, eliminare la burocrazia, la giustizia ingiusta, il peso della spesa pubblica, del fisco contorto e aggressivo, avviare uno straordinario ammodernamento infrastrutturale, tecnologico, e un Piano Marshall per il sud.

Ma è proprio per questo che i giallorossi sono il contrario di quel che servirebbe e ci hanno resi prigionieri della Ue, perché la loro politica economica è statalista assistenzialistagiustizialista e pauperista, contro l’impresa e fatta di tasse in cambio di spesa pubblica improduttiva.

Tanto è vero che il Governo si presenta in Europa a pietire aiuto con l’acqua alla gola, senza che in questi mesi abbia fatto uno straccio di strategia per reperire risorse indipendentemente dalla Ue, per revisionare la fornace della spesa, il fisco, velocizzare i cantieri, stimolare e sostenere le aziende. Nulla, Giuseppe Conte si presenta solo per chiedere, anzi pretendere, ben sapendo però che dovrà subire e basta perché nulla di buono può dimostrare di aver fatto fino adesso, anzi il contrario, fino ad ora ha sbagliato a partire dagli 85 miliardi sprecati in assistenza, monopattini, biciclette, bonus e statalismo elettorale.

Come finirà lo vedremo, intanto con i giallorossi così è se vi pare.

Aggiornato il 17 luglio 2020 alle ore 11:25