
Oggi il Consiglio europeo indicherà la strada tortuosa del Recovery Fund. Intanto, il Next Generation Eu, il fondo proposto dalla Commissione di Ursula von der Leyen con un valore massimale di 750 miliardi di euro tra prestiti e aiuti a fondo perduto, quest’anno non andrà in porto. Giuseppe Conte aveva definito il Recovery Fund un successo del governo giallorosso. In realtà, i nodi irrisolti sono numerosi. A partire dalla cifra sbandierata: 172 miliardi di euro. Non solo si raddoppieranno i versamenti dell’Iva che gli Stati girano all’Unione, ma si prevede di introdurre nuove tasse: da quella sulla plastica non riciclata a quella su determinate emissioni inquinanti.
Addirittura, l’Italia potrebbe garantire fino a 96 miliardi sui sette anni del bilancio per rafforzare la contribuzione al fondo NextGen Eu. Bisogna poi tenere presente il fondo complessivo di 750 miliardi di euro da agganciare al bilancio 2021-2027. Francia e Germania sono concordi, ma Olanda, Svezia, Danimarca e Austria professano l’inflessibile linea del rigore. Di più. Si registra l’ennesima saldatura antimediterranea dei Paesi Visegrad: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Questo blocco granitico antitaliano ha fermato la proposta giallorossa di anticipare al 2020 parte dei contributi del fondo.
Gernot Blümel, il ministro delle Finanze dell’Austria, in un’intervista a La Stampa, boccia, senza mezzi termini, il nostro Paese: “Il debito pubblico dell’Italia – attacca – è il secondo più alto dell’Ue e si rifinanzia sul mercato con interessi elevati. Anche il settore bancario ha dei problema a riscuotere i prestiti a rischio. Nel vostro Paese, la vita lavorativa media è di 32 anni, in Austria di 38, in Svezia di ben 42”. Il falco rigorista austriaco si dice sempre pronto “a negoziare. Ma non possiamo accettare questo piano. I contribuenti austriaci pagherebbero troppo e troppo a lungo: con la proposta attuale della Commissione europea, aumenterebbe del 50 per cento la quota che dobbiamo versare all’Ue”. In pratica, Blümel si è autoproclamato nemico giurato del nostro Paese, con buona pace di Conte e di Roberto Gualtieri.
Aggiornato il 19 giugno 2020 alle ore 14:14