Senato, il decreto Elezioni è legge tra le polemiche

Il Senato dice sì al decreto Elezioni. Il testo ora è legge: 158 i voti favorevoli, nessun contrario. Il governo giallorosso ha posto la fiducia. Presenti in Aula 162, senatori votanti 158. Le opposizioni, come già accaduto ieri nel voto poi annullato, non erano presenti in Aula. Oggi era l’ultimo giorno utile per convertire il decreto, pena la decadenza. Il via libera definitivo del Senato al decreto è stato accolto da un lungo applauso della maggioranza, presente in Aula a differenza delle opposizioni. Il numero legale, assicurano fonti di maggioranza, è stato garantito e fissato a 158.

Ieri la votazione era stata annullata: erano presenti in Aula 149 parlamentari, ma l’asticella del numero legale era di 150 presenze. L’opposizione aveva disertato il voto. La presidenza di Palazzo Madama ha fatto le verifiche riscontrando un errore nel computo dei congedi. Un errore definito tecnico che ha comportato la nuova votazione di questa mattina. Un precedente simile risale ad una seduta del 1989.

La presidente del Senato Elisabetta Casellati, parlando dell’annullamento del voto di ieri, non nasconde il proprio rammarico: “Sono profondamente amareggiata di quanto accaduto, non c’ero io ma mi assumo le mie responsabilità. C’è stato un errore non imputabile a nessuno. Ho appreso ieri sera alle 20,45 che c’era stato questo problema. Mi si può dire tutto ma che si imputi alla presidenza un errore informatico mi pare eccessivo. Chiedo scusa ma non posso rimproverarmi nulla, non accetto lezioni da nessuno sulla conduzione dell’Aula. Poi se mancava una maggioranza non è attribuibile alla presidenza”.

Si è registrato uno scambio di accuse sul voto di ieri anche tra Paola Taverna che presiedeva la seduta e Maurizio Gasparri. “Voglio denunciare – afferma la senatrice pentastellata – il comportamento vergognoso del senatore Gasparri che in televisione andava a raccontare che la presidenza del Senato, nella figura della vice presidente, aveva mistificato il risultato dell’Aula. Io ero alla presidenza per far rispettare quest’aula e sostituivo un collega proprio per difendere l’onore del Senato”. Il senatore di Forza Italia replica duramente: “La Taverna – attacca Gasparri – si scusi con gli italiani e si dimetta da vicepresidente”. Ma la Casellati la difende: “L’errore c’è stato e non è imputabile a chi presiedeva l’Aula. La senatrice Taverna ha solo proclamato il risultato come elaborato dagli uffici”.

Aggiornato il 19 giugno 2020 alle ore 14:02