I trenta denari del Pd: The yellow submarine delle stelle

Parola d’ordine? Inabissarsi! Proprio come se Luigi Di Maio e soci fossero al comando di un ipotetico Yellow Submarine di proprietà del neo capitano Nemo, alias Beppe Grillo. Tutti si aspettano (e accadrà!) che il timoniere Giuseppe Conte scelga i denari a pronta cassa del Mes che sarebbe, poi, l’European Stability Mechanism per il quale però, a norma di trattati, nessun pasto è gratis dovendolo poi gli italiani ripagare in futuro con dolorose patrimoniali e ancora più tasse. Per restare in piedi come un soldatino con la base semisferica di piombo, Conte dovrà oscillare quanto più possibile, facendo credere al suo azionista di maggioranza dell’esistenza di un Giuda politico, ovvero il Pd, reo di aver venduto all’Anticristo la purezza ideologica del M5s consegnandola indifesa ai pretoriani Frugali dell’Unione europea. I seguaci di Grillo faranno tuttavia come San Pietro rinnegando per tre volte le ragioni del loro credo pur di rimanere a galla, anzi: sotto il pelo dell’acqua. Continueranno cioè a nascondersi per l’ennesima volta nel grande oceano dei voti ottenuti nel 2018 che hanno regalato loro l’attuale, straordinaria maggioranza relativa di cui godono in Parlamento. Inutile chiedersi dove siano finiti i giuramenti di eterna fedeltà agli ideali transeunti delle loro inesistenti, pseudo radici originarie.

Semplicemente perché queste ultime erano piantate sulle nuvole delle fumisterie paraideologiche di una protesta fine a se stessa, innestata sulle promesse di marinaio dell’Helicopter Money pilotato da chi, non avendo il brevetto di volo e avvalendosi di un equipaggio abborracciato senza esperienza alcuna per riportare a terra l’astronave Italia, riparandola così dalla tempesta, ha messo con entusiasmo la sua totale incompetenza al servizio del Paese. Sorprendentemente, una volta liberatisi della zavorra parzialmente liberista della Lega salviniana, i pentastellati hanno incontrato un promettente Messia rosso che li ha incatenati all’odiata Europa di Maastricht, mantenendoli così saldamente in sella al potere e gemellandosi con loro in tutti quegli atteggiamenti di assistenzialismo conclamato, che hanno in odio l’imprenditoria e la libertà di impresa. A queste ultime, infatti, per scelta ideologica e di “pancia” Pd e M5s preferiscono da sempre la statalizzazione dell’economia e l’affermazione di un egalitarismo antimeritocratico che premia l’incompetenza, le burocrazie sindacali, il saccheggio delle risorse pubbliche attraverso l’espansione illimitata del pubblico impiego: esattamente a quanto accadde in un buio passato per le economie dei Paesi del socialismo reale. In questo, i giallorossi hanno vinto la partita della vita imbattendosi nell’evento più catastrofico che si possa immaginare in tempo di pace, come la pandemia da Covid-19 che ha avuto origine proprio al centro di quella Cina alla quale il M5s guarda con ammirazione fin dai suoi primi passi nella scena politica italiana.

Nicolás Maduro, Xi Jinping, Putin sono precipitati politici del comunismo storico che, a quanto pare, rappresentano altrettanti fulgidi esempi da imitare da parte di chi è a corto di tradizione culturale e politica. Così, per i due soci al Governo, nei tre durissimi mesi di lockdown è maturata l’occasione storica unica e irripetibile per distribuire risorse a pioggia per centinaia di miliardi a favore di un assistenzialismo generalizzato e non selettivo, facendo affidamento sul soccorso a posteriori della Bce e della Commissione di Bruxelles. Mai disegno fu più miope, però, anche perché se il mondo soprastante si guarda con il periscopio è poi assai difficile mettere i piedi sulla terraferma, affrontando le insidie della natura selvaggia. E Bruxelles sarà la loro Waterloo: i finanziamenti europei non solo arriveranno con il contagocce ma saranno ancorati alla stessa identica concretezza alla quale si ispira l’erogazione dei Fondi strutturali europei. Per avere i contributi agognati, cioè, servono progetti concreti e dolorose decisioni che sgombrino la tolda di comando da tutta la zavorra parassita e opportunista che da decenni impedisce a questo Paese di crescere e di sfruttare al meglio le sue capacità creative!

Tra le misure non più rinviabili si citano: la digitalizzazione integrale della Pubblica amministrazione, che metta fine a intermediazioni parassitarie, lungaggini burocratiche prive di trasparenza e improduttività patologica dell’azione amministrativa; la riorganizzazione radicale del sistema di giustizia che acceleri i tempi di quella civile e dei Tar; il rilancio a tutto campo della Ricerca & Sviluppo, rifondando dalle basi gli studi universitari e il ricorso esclusivo al principio meritocratico nella selezione delle classi docenti; il disboscamento drastico del mare magnum di normative che fanno di questo Paese il Regno di Bengodi per evasori fiscali, profittatori di ogni risma e intrallazzatori del diritto. Io, però, resto profondamente pessimista perché le classi politiche e dirigenziali attuali e del recente passato non sono assolutamente in grado di tagliare il Nodo Gordiano, prendendo le decisioni drastiche di cui necessita il nostro disgraziato Paese. Temo che dovremo continuare a dissanguarci perché l’attuale maggioranza non ha alcuna idea di come rilanciare l’apparato produttivo, per produrre ricchezza e occupazione di quelle vere, positive, al di fuori della fabbrica di cartamoneta e del facile, irresponsabile assistenzialismo di Stato!

Aggiornato il 18 giugno 2020 alle ore 11:12