Carmina Burana: le verità nascoste sugli anni di piombo

Da Carmina a Carminati e i relativi misteri irrisolti. A volte ritornano. Da mezzo secolo a questa parte rimane sospesa nell’aria l’irrisolta questione di conoscere se sia mai esistito un Grande Vecchio, un misterioso Compositore-Burattinaio che fu maestro nell’orchestrare la regia della Strategia della Tensione durante i così detti e stramaledetti Anni di Piombo. Ovviamente, non c’è alcun modo di uscire dall’impasse con una conclusione storicamente certa. Se ne può soltanto descrivere una romanzata, tra quelle presenti in moltissima letteratura del sospetto in cui si operano ardite interpolazioni partendo dai fatti oggettivi dell’epoca, come inchieste di polizia giudiziaria, sentenze e disclosure di documenti riservati che risalgono all’epoca della Guerra Fredda. Lo spunto di “ri-partenza” è offerto oggi dalla scarcerazione di Massimo Carminati che, formalmente, è stata operata nel rispetto delle norme esistenti vista la derubricazione del reato più grave a lui ascritto e così decisa da una sentenza della Corte di Cassazione, pubblicata pochissimi giorni fa. Sulla sua figura rimane sospeso da molto tempo l’interrogativo “complottista”: ovvero se lui, come molti altri della sua caratura politico-criminale, stessero in qualche modo nella parte buia degli affari di Stato. E lì, però, rimaniamo nella fantapolitica dato che decisioni dirimenti in tal senso (ovviamente..) non esistono. Quindi, restano in piedi scenari un po’ romanzati che, però, come tutte le cose sibilline di questo mondo potrebbero possedere un loro fondo di verità.

Ne scelgo, quindi, uno tra i tanti provando però ad articolare un po’ meglio i concetti relativi. È un fatto che attività e decisioni dell’Autorità giudiziaria abbiano documentato nel tempo l’esistenza di logge massoniche o di associazioni occulte che funzionavano, in un certo senso, da melting pot in quanto contenitori di interessi assolutamente trasversali e comuni alle consorterie incriminate, in cui coesistevano presenze che sarebbero state del tutto illogiche e incompatibili alla luce del sole, come quelle di boss mafiosi di rango, uomini delle istituzioni, influenti amministratori pubblici, personaggi rispettati della società civile e dell’imprenditoria locale e non solo. Diciamo, tanto per costruire uno scenario intellegibile, che organizzazioni coperte vere  e molto potenti come Stay Behind (superarmata clandestinamente e iperfinanziata da fondi occulti) potevano avere caratteristiche simili nei tempi più bui della Guerra Fredda, in cui l’Italia si trovò al crocevia di interessi geostrategici che la trascendevano. Tra questi interstizi oscuri agivano anche figure del giornalismo d’inchiesta, come Op di Pecorelli, attraverso cui quegli strateghi in ombra facevano trapelare informazioni segretissime in loro possesso ai fini sia di destabilizzazione interna, sia  dell’invio di avvertimenti trasversali a uomini politici e delle istituzioni italiane. A questo punto, però, per capire come Br, Nar e tutta la galassia eversiva che si coagulava attorno alle ali estreme della realtà politica italiana fossero strumentali a quei fini, occorre fare una premessa indispensabile.

La Intelligence Community mondiale è un oggetto un po’ particolare... Volendo fare un parallelo fisico, ha caratteristiche assimilabili a quelle dell’onda-corpuscolo delle particelle elementari. Nel senso che a volte agisce come organo legale dello Stato, a volte si avvale della caratteristica ondulatoria ubiquitaria comportandosi come una vera e propria Agenzia internazionale di scambio di servizi che persegue obiettivi trasversali. Esempio concreto: quando i Servizi dell’Est infiltrano le Br che gioco fanno? Ricordando la manipolazione di agenti doppi e tripli, alla fine se ne ricava come tutta l’eversione rossonera sia servita a tenere ben lontano il Pci da Palazzo Chigi (e questo nell’interesse di Stay Behind che voleva proteggere i segreti Nato), sposandosi però contestualmente con il mantenimento ferreo della separazione dei Blocchi Est-Ovest derivati dagli Accordi di Yalta e, quindi, di vitale interesse per Kgb e soci. Infatti, se il Pci avesse dimostrato al resto del mondo comunista che, in effetti, la sua Terza Via (arrivare al Governo attraverso elezioni democratiche, senza poi diventare mai una dittatura del proletariato e del Partito unico!) funzionava benissimo, allora i popoli oppressi dell’Est Europa e del resto del mondo in via di sviluppo ne avrebbero tratto un’ispirazione politica della massima importanza!

È proprio all’interno di simili scenari che, dopo la Caduta del Muro di Berlino (seguita a ruota, qui in Italia, dalla rivelazione dell’esistenza di Stay Behind fatta pubblicamente da Andreotti in Parlamento, con grande contrarietà dell’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga), mi venne spontaneo ipotizzare che negli anni 92-93 esistesse un nesso tra i movimenti secessionisti del Nord Italia e la strategia stragista-separatista della Mafia corleonese, che già si era ben distinta proprio in tal senso in occasione dello sbarco alleato in Sicilia nel 1944. Questi due eventi (che costituivano, fisicamente, un moto di trazione destinato a spezzare in due l’Italia, con una Sicilia autonoma e che ha da sempre rappresentato una portaerei avanzata sulle aree più a rischio del Medio Oriente), mi venne di associarli automaticamente a una vendetta postuma di Stay Behind. Da un lato, infatti, ci si vendica del tradimento di Sigonella e dell’Achille Lauro da parte del Psi di Craxi; dall’altro si annulla letteralmente la Dc di Andreotti con il suo Doppio Forno tra Olp e la difesa del diritto all’esistenza di Israele. Fino a ora, non è accaduto nulla di determinante che mi abbia fatto recedere da quella congettura. Ma, a norma di Costituzione, nessuno può vietare a qualcuno di... scrivere romanzi!

Aggiornato il 17 giugno 2020 alle ore 12:53