Elezioni: Comunali a settembre, nodo Regionali

Non scioglie tutti i nodi il decreto che sposta in autunno le elezioni regionali, quelle amministrative e il referendum, approvato ieri dalla Camera (253 sì, 203 no e 3 astensioni) e che dovrà essere approvato definitivamente dal Senato entro sabato. Il Governo infatti ha il potere di convocare le urne per il rinnovo degli organi comunali e per il referendum, mentre deve accordarsi con le Regioni, che hanno il potere di scegliere in autonomia la data che, dunque, potrebbe non coincidere con le amministrative in caso di mancato accordo.

COMUNALI: il decreto stabilisce una finestra, dal 15 settembre al 15 dicembre, entro cui chiamare alle urne i cittadini di 1.133 Comuni (6,5 milioni di abitanti). L’esecutivo ha ipotizzato il 20 settembre, ma il centrodestra insiste sul mese di ottobre. È anche previsto il ballottaggio (4 ottobre) per i 146 comuni (18 i capoluoghi di provincia) con popolazione superiore ai 15mila abitanti.

REFERENDUM: il referendum sul taglio dei parlamentari si terrà nella stessa finestra, e su di esso c’è la prima grana per l’esecutivo. Una norma introdotta nel decreto su richiesta di M5s prevede, in deroga alla legge, l’accorpamento con le Comunali. Il Comitato promotore è contrarissimo all’election day e minaccia ricorso alla Consulta. Il governo tuttavia ha dato parere favorevole ad un ordine del giorno (di Simone Baldelli di Forza Italia) che apre la possibilità all’accorpamento con il secondo turno.

SUPPLETIVE SENATO: nell’election day si terranno le elezioni suppletive per il Collegio uninominale numero 3 della Sardegna (Sassari), per il decesso della senatrice Vittoria Bogo Deledda (M5s).

REGIONALI: sono sei le Regioni a Statuto ordinario che devono votare in autunno (Veneto Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) e una a statuto speciale (Valle d’Aosta), per complessivi 18 milioni di elettori. Per loro la finestra elettorale va da domenica 6 settembre all’1 novembre. I governatori spingono tutti, anche quelli del centrodestra, per la prima domenica di settembre. Il Viminale sta tentando una mediazione per convincerli a convocare anche essi le urne nel giorno delle Comunali, cioè il 20 settembre.

ELEZIONI PROVINCIALI: si svolgeranno 90 giorni dopo le Comunali. Le Province sono infatti enti di secondo livello, composte dai sindaci del territorio, dei quali si attende l’elezione.

URNE ANCHE IL LUNEDÌ: oltre che nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, si voterà anche lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. Alla chiusura dei seggi verrà effettuato prima lo spoglio delle suppletive per il Senato (solo a Sassari), poi per il referendum, per le Regionali e infine per le Comunali.

Aggiornato il 16 giugno 2020 alle ore 13:03