Chissà chi lo sa

Sulla storia del finanziamento ai grillini di Nicolás Maduro, nulla è sicuro, ma alla fine il problema più grande non è quello, perché sui soldi occulti ai partiti ne abbiamo viste di tutti i colori, tra fatti veri e fatti fasulli abbiamo riempito paginate sconfinate. Certo da noi in mezzo a queste vicende c’è stata Tangentopoli che guarda caso ha, sconvolto e cancellato tutti i partiti tranne che alcuni per i quali le indagini, chissà chi lo sa, riuscivano a bloccarsi e impantanarsi sul più bello. Del resto la famosa valigetta del miliardo che a Botteghe Oscure si dileguò misteriosamente tale per cui non se ne fece niente e come per magia l’indagine finì e così sia, insomma come dire che sui finanziamenti alla sinistra comunista c’è sempre stata una difficoltà mai vista.

Eppure il vizietto dei figliocci di Palmiro Togliatti, degli eredi di quel pensiero, degli amanti dei totalitarismi comunisti più spietati, di farsi finanziare dal nemico c’è stato eccome, basterebbe leggere l’oro di mosca per capire, ma insistiamo il problema vero oramai non è più quello. Non è più quello perché sulla superiorità morale, sull’onestà intellettuale, sulla diversità dei comunisti, sulla capacità a essere i migliori, insieme al pelo è caduto il velo e si è visto bene il risultato di una concezione culturale che in decenni ha rovinato tanto il sistema quanto lo stato. Ecco perché ci viene in mente uno degli aforismi più belli di Ennio Flaiano che recitava” non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo”, il vero problema è questo, di essere arrivati alla frutta e al conto di un Paese che il pensiero cattocomunista ha devastato, indebitato e impoverito.

Insomma siamo un albero storto proprio perché la Dc e il Pci prima e il Pci-Pds-Ds-Pd poi, anziché pensare allo sviluppo, a quella crescita sostenibile e virtuosa di cui ora si riempiono la bocca, hanno pensato a fare strame delle risorse collettive, in statalismo, assistenzialismo e leviatano. Perché sia chiaro la cultura degli eredi di Togliatti, che è la stessa dei grillini, è l’antitesi del favore all’intrapresa, dello stimolo all’iniziativa personale, del bilancio statale per il rilancio infrastrutturale, della previdenza per una garanzia sostenibile sociale, del fisco per servizi essenziali ed efficienti oltreché per fare investimenti. È per questo che in decenni di cattocomunismo, di trasformazione in socialismo reale, si sono votate le baby pensioni, le guarentigie agli statali, la nascita di enti inutili e assistenziali, la creazione di municipalizzate, di aziende di stato ovunque per una valanga di posti clientelari, si è fatto dello Stato un padre padrone.

È per questo che sono state fatte le regioni, per moltiplicare costi e assunzioni, perché per un accordo fra dc e Pci nel 1970, si doveva consentire ai comunisti di governare nel loro bacino elettorale, di duplicare organismi pubblici a livello territoriale all’insegna del paga pantalone. È sempre per questo che si è infilato lo stato dove non serviva, si sono salvate aziende destinate al fallimento diventate così posti e poltrone da assegnare a costi da tormento, è così che il sud è stato trasformato anziché in territorio di produzione di ricchezza nazionale in un bacino assistenziale di consenso elettorale. È così che in decenni si è pensato solo al potere, al controllo dei voti, all’ampliamento funzionale dello stato per garantirsi il voto, scaricando sulle casse del Paese una valanga crescente di spese improduttive trasformate in debito e tasse ossessive addosso a chi faceva impresa e occupazione.

Ecco perché siamo arrivati a una spesa, fuori controllo e un debito da paura, perché il cattocomunismo se ne è buggerato che i costi dello stato si scaricano sul privato, ma quando da una parte è troppo e dall’altra troppo poco il sistema collassa e a rimetterci è la massa, quella massa che i cattocomunisti dicevano di garantire e invece hanno finito col punire, ipocriti. È questa la ragione per cui diciamo che il problema vero non sia il finanziamento oscuro ammesso che sia di Maduro ai grillini, il problema grande è il governo in mano loro assieme agli eredi di Togliatti, una maggioranza figlia di una cultura che ci ha rovinato, forcaiola, statalista, assistenzialista, pauperista che è la negazione dello sviluppo, della crescita, dell’intrapresa, della gestione utile e oculata della spesa. Con questa gente non c’è futuro, chi abbia rovinato il passato non può essere in grado di cambiare il domani, di riformare il Paese ad una diversa cultura di sviluppo, di meno burocrazia, di fisco stimolante la produzione di ricchezza, di giustizia autonoma e veloce, di sostegno all’incremento del privato al posto dello stato, di una revisione della spesa che tolga il peso pubblico a favore del privato produttivo. Con questa gente c’è la certezza di andare contro un muro, serve un Paese moderno e liberale, un cambio politico culturale, altroché task force, Stati generali, cattocomunisti coi grillini finanziati o meno da Maduro.

Aggiornato il 16 giugno 2020 alle ore 14:58