
L’Italia è ferma, economicamente a terra, distrutta. La responsabilità di volerla mantenere così, cioè ferma e immobile è di Sergio Mattarella. Lo scandalo del Csm è esemplificativo. Avrebbe l’obbligo costituzionale di scioglierlo e non lo fa. Lo stesso (non) fa con l’Italia, con l’intero Paese, economicamente piegato, socialmente arrabbiato, stremato. Mattarella sta fermo. È una congiuntura davvero penosa quella attuale italiana, in cui al governo si avvicendano e susseguono, con l’imbroglio - senza voto elettorale - comunisti ineletti e grullini che non hanno mai lavorato, dannosamente incompetenti, con gradimento elettorale oggi prossimo allo zero. E Mattarella sta fermo.
Regola principe di ogni situazione di stallo e di difficoltà sarebbe quella di non rimanere fermi, ma di muoversi: perché nel movimento si può provare a “pescare” la soluzione. Al contrario, in Italia, il Quirinale immobilizza e cristallizza, tiene tutto fermo in modo da sprofondare meglio e con maggiore “peso”. Eppure la Costituzione lo dice e stabilisce chiaramente, nero su bianco. Il Capo dello Stato dovrebbe sciogliere le Camere e fare votare gli italiani. Invece Mattarella sta fermo.
E più il Paese viene costretto nel baratro, più gli italiani si arrabbiano. Più l’Italia sprofonda, più inconcludenti e ridicole presidenze e commissioni, task force e guitti vari, cialtroni di ogni tipo forma e grado, si mostrano alla ribalta. E Mattarella sta fermo. Chi riuscirà a scuoterlo, prima che l’Italia venga ingessata a morte certa?
Aggiornato il 10 giugno 2020 alle ore 12:15