
Sarebbe antistorico e tutto sommato ingeneroso non riconoscere al Partito comunista italiano e alla galassia di sinistra nazionale una sua storica identità che da un certo momento in poi, l’ha portata a differenziarsi nettamente dai modelli totalitario-militarizzati di stampo sovietico maoista. Così come sarebbe scorretto non riconoscerle negli anni alcune battaglie tutto sommato condivisibili sotto certi aspetti, siccome la capacità di produrre tramite rigorosa formazione dei quadri dirigenti e attenta selezione dei medesimi alcune figure davvero di spicco per capacità politica, cultura e umanità. Inutile ricordare i Pier Paolo Pasolini e gli Enrico Berlinguer, i Luciano Lama, i Giulio Carlo Argan e i Pietro Ingrao fino a Bettino Craxi e Massimo D’Alema. Ma oggi? No dico, oggi? Che ne resta dei codici etico valoriali? Delle grandi battaglie sociali volte all’emancipazione delle masse dalla schiavitù del bisogno materiale? Vogliamo poi parlare dei “dirigenti” prodotti giù giù sino alla base? Quel marasma insulso di centri sociali e sardine varie che fa il pari con il nulla 5 stelle? Val la pena approfondire, dato che la degenerazione avvenuta è assai profonda – parliamo di una vera e propria mutazione genetica – e merita attentissima disamina che ci porterà punto per punto a capire perché siamo arrivati alla folle corsa verso il baratro di questi giorni. Della quale è in toto responsabile quel che è oggi divenuta la “sinistra”. Per capire, è sufficiente analizzare alcune delle sue più comuni “parole di passo” e slogan, vedere in cosa si sono mutate e tutto diverrà chiaro!
Dove era l’unità e il collettivismo (“lavoratori di tutto il mondo unitevi”), oggi parole d’ordine e dogma solo è distanziamento sociale e la riduzione a cellule isolate delle persone da controllare una per una in maniera capillare. Cioè, l’ossimoro concettuale di una società distanziata e per tanto non più tale. Giusto per, un tempo 1984 di George Orwell o V per Vendetta – storie dispotiche nelle quali si immaginavano mondi alienanti dominati da regimi disumani – erano manifesti della sinistra Pop: ora, ne sono programmi di governo, con loro dalla parte degli oppressori! Dove erano la cultura e il dibattito, oggi è il dogma del pensiero unico para scientista – e si badi bene, solo di certi “scienziati”: quelli funzionali agli interessi della narrazione governativa e dei loro sponsor – con una marcia indietro di 500 anni che ci riporta a tempi da santa inquisizione, ogni idea di dubbio, dialogo, dialettica – anche il più legittimo e doveroso – è bandito per statuto e bollato con primitive forme lessicali Prêt-à-porter, la cui abusata è “complottista” da affibbiare a chiunque ne denunci le sempre più torbide trame!. Pare di essere nella Germania nazista di Josef Mengele Joseph Goebbels.
Dove erano la strenua lotta – sino al recentissimo passato – di ogni conflitto d’interessi specie se funzionale a un qualche capitalista più o meno avventuroso, ora è il pieno ossequio acritico a poteri non forti ma smisurati, tutti figli della più bieca e spietata plutocrazia internazionale. Idoli ne sono i vari Bill Gates, George Soros e John Davison Rockefeller: gente che delocalizza produzioni in Paesi a diritti zero, apre sedi in paradisi fiscali e da ere geologiche si diverte con le proprie banche e la più spietata finanza speculativa a far fallire paesi e popoli, per meri interessi personali! Si, vabbè, poi giocano ai “filantropi” con qualche sprizzata di eco chic e diritti civili in una società senza più barlume di diritti umani e poi sociali. Dove era il cosmopolitismo, oggi è l’adorazione della globalizzazione. Quel fenomeno che ha portato al pieno successo dell’imperialismo non di uno stato o di un partito, ma di una classe sociale che mai era esistita nella storia dell’umanità: la plutocrazia finanziaria! Dove era la centralità del lavoro, c’è oggi infatti l’adorazione acritica della finanza e delle banche! Dove era la solidarietà, ora è l’esaltazione del più spietato darwinismo sociale. Dell’un contro l’altro armati. In un sembiante di società disumanizzata, dove a dominare sono il tecnicismo abietto e la frattura fra chi produce e chi usa i danari derivati dalla produzione, è ormai voragine.
Dove era “il corpo è mio e lo gestisco io”, oggi si vorrebbe che il corpo fosse dello stato, e in barba a qualsiasi dichiarazione dei diritti dell’uomo e decisione dei tribunali internazionali da Norimberga in qua: per la serie se voglio e mi conviene perché conviene ai miei “sponsor”, ti ci inietto quello che più mi pare e piace, e ti controllo! Dove era vietato vietare, oggi è tutto vietato tranne quello che è concesso (se fate i bravi stando zitti e muti: altrimenti, vi richiudo in casa a morire di fame!). Dove era libertà d’informazione, sono i comitati di “saggi di regime”, pronti a bollare tutto quello che non fa loro comodo con un altro tormentone: “fake news”! Salvo poi essere loro stessi protagonisti di figure barbine una via l’altra, in una girandola di bugie e contraddizioni ormai inestricabile! Dov’era il virile coraggio di credere e lottare per i propri ideali, oggi deve essere solo paura e asservimento al pensiero unico sanitario-pauperista (per gli altri).
Dove c’erano Acab e monumenti a “valorosi” ribelli lanciatori di estintori a poveri Carabinieri, oggi si vogliono forze dell’ordine che si trasformino in forze d’occupazione-oppressione, intransigenti sceriffi dediti a perseguitare “pisciatori” di cani e vecchietti in solitaria passeggiata sugli arenili! Meglio ancora se oppressori fiscali di ogni azienda che osi alzare una serranda per provare a lavorare! Dove c’era il credo dell’articolo 1 della Costituzione, oggi si vuole una società fondata sul funzionario di stato e l’assistenzialismo più becero e miserabile. Ok, forse così per un po’ continuerete a percepire i vostri immeritati stipendi a spese di tutti, ma una domanda ve la posso fare: come vi siete ridotti? Davvero, non vi vergognate nemmeno un po’?
Aggiornato il 18 maggio 2020 alle ore 11:51