Dl rilancio, radio e tv locali sul piede di guerra

Varata la prima bozza del Dl Rilancio di 54 miliardi di euro presi in prestito dalla Banca centrale europea per aiutare le imprese a superare la crisi dovuta al fermo delle attività produttive, commerciali e dei servizi per la quale il Governo aveva spergiurato che nessuna impresa o cittadino sarebbe rimasto indietro.

Contrariamente alle promesse del presidente Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualtieri, per quanto riguarda l’editoria radiotelevisiva, sono stati lasciati indietro la stragrande maggioranza delle radio tv locali che, sui 20 milioni stanziati a fondo perduto, si è vista assegnare 3.850.000 euro da suddividere tra 970 soggetti, mentre le rimanenti 100 tivù in graduatoria del Dpr 146/17 si spartiscono ben 16.150.000 oltre ai 41 milioni di euro che in questi giorni stanno incassato dal Mise per l’extra gettito Rai del 2018. Ma non basta.

Nella bozza di Decreto si legge il sacrosanto principio di iniziare a premiare quella parte di “editoria pura” con incentivi fiscali che non pesano sul bilancio dello Stato, come i 20 milioni regalati alle 100 tv del Dpr 146/17. Ma le cose buone, in questo Paese, vengono sempre messe in discussione con i più svariati pretesti e nel caso specifico, pare, che detto sano provvedimento venga cancellato. Dunque, ancora una volta, nonostante la buona volontà del presidente Giuseppe Conte, l’assalto alla diligenza è in atto. Questa sera, alle ore 19, assemblea on-line delle emittenti associate per preparare un piano di attacco per fronteggiare l’assalto dei banditi.

(*) Rea – Radiotelevisioni Europee Associate

Aggiornato il 12 maggio 2020 alle ore 17:54