
La polemica sull’assenza di mascherine non si è ancora attenuata. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri è voluto tornato sull’emergenza. “Lavoriamo – ha detto – nell’esclusivo interesse dei cittadini al fine di tutelare al meglio la loro salute. Qualche volta faccio degli errori, per i quali mi aspetto critiche e se serve reprimende”, ma solo dai cittadini”. Il commissario ha voluto ribadire l’impegno del governo. “Noi stiamo facendo la nostra parte e lo facciamo mettendoci la faccia. Dunque benvenute le critiche dei cittadini, ma solo da loro”.
Arcuri, a tutto campo, ha provato a sedare le critiche delle organizzazioni di categoria, di fatto, rinfocolando la diatriba scoppiata da qualche giorno. “Non è il commissario – ha attaccato –a dover rifornire le farmacie né i loro distributori, né si è mai impegnato a farlo. Né sono io a dover rifornire Confcommercio, Conad Federdistribuzione e Coop. Il commissario si è impegnato ad integrare le forniture, ove sia possibile, che queste categorie si riescono a procurare attraverso le loro reti”.
Intanto, prende sempre più corpo l’ipotesi secondo cui le mascherine sarebbero obbligatorie a scuola a settembre. L’ eventualità è sul tavolo degli esperti che stanno lavorando al piano per consentire di tornare sui banchi dopo l’estate. Oltre al distanziamento sociale nelle classi – con i banchi separati di almeno un metro e mezzo – l’altra ipotesi è che la mascherina sia obbligatoria per tutti gli studenti sopra i sei anni, i docenti e tutto il personale della scuola.
Aggiornato il 12 maggio 2020 alle ore 13:18