
“Lo stato d’eccezione” non è previsto nella nostra Costituzione. Parola della presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. “Anche in situazioni di crisi – spiega Cartabia in un’intervista al Corriere della Sera – valgono i principi di sempre, ma ciò non significa che non si debba tener conto delle circostanze e delle loro peculiarità”. La presidente della Consulta sostiene che la Costituzione sia “piena di clausole che richiedono di modulare i principi sulla base dei dati di realtà e dei diversi contesti. Potremmo dire che i principi costituzionali sono sempre finestre aperte sulla realtà”.
Nella Costituzione, ricorda, “sono indicate le ragioni che possono giustificare limitazioni dei diritti e gli strumenti con cui tali limitazioni si possono imporre. Nella giurisprudenza costituzionale, poi, si trovano orientamenti anche sulla misura di queste limitazioni, che devono sempre essere ispirate ai principi di necessità, proporzionalità, ragionevolezza, bilanciamento e temporaneità”.
Più la compressione di un diritto o di un principio costituzionale è severa, “più è necessario che sia circoscritta nel tempo”. Oggi, per Marta Cartabia, serve un sovrappiù di responsabilità: “Il confronto è parte essenziale della vita di un Paese democratico; sarebbe però opportuno – sottolinea – che la critica avesse sempre anche una parte costruttiva. Si tratta di attivare una sinergia che aiuti a trovare strade per uscire dalla palude, senza restare impantanati nella sterile lamentela”.
L’Italia ha superato “tante emergenze, dal terrorismo alle crisi economiche, ma questa è diversa perché, come ci ha ricordato con straordinaria efficacia Papa Francesco, ci ha messo di fronte al fatto che “nessuno può salvarsi da solo”. Riguardo al rapporto tra Stato e Regioni, “la Costituzione traccia una divisione delle competenze e indica i rispettivi ambiti d’ intervento, ma poi nella realtà spesso le competenze s’ intrecciano”. La realtà “impone una cooperazione che d’ora in avanti sarà ancor più necessaria, direi indispensabile. I luoghi e i modi ci sono già. Bisogna partire da lì”.
Aggiornato il 29 aprile 2020 alle ore 15:08