Assistiamo a un curioso ribaltamento. All’inizio dell’epidemia, intorno alla fine di febbraio, mentre aumentavano le immagini dall’inferno di Wuhan e l’Oms lanciava forti allarmi sui rischi del Coronavirus, era la sinistra a fare l’incredula e a lanciare le campagne “abbraccia un cinese” contro la presunta intolleranza della destra. I governatori del Nord, i leghisti Luca Zaia del Veneto e Attilio Fontana della Lombardia oltre al forzista Alberto Cirio del Piemonte, chiedevano a viva voce blocco dei voli, quarantene obbligatorie per i cinesi e soprattutto per i bambini di ritorno dal Capodanno, ma erano derisi e accusati anche violentemente. Lo stesso faceva il leader della Lega Matteo Salvini, che si scagliava contro Conte e il Pd per la resistenza alle opportune misure stringenti. Le stolte campagne anti-odio della sinistra giunsero all’apice quando sui Navigli, zeppi di aperitivisti, spuntò il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che manifestava con uno “spritz” in mano la sua battaglia contro l’intolleranza di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
La squadra dei televisivi, da Nicola Porro a Mario Giordano a Paolo Del Debbio, schierata a muro contro la maggioranza, si vide costretta a consumare qualche “spring rolls” in diretta per sedare l’incandescanza. In quei giorni scrivevamo che se il virus non fosse stato “rosso” non avremmo potuto prendere le misure necessarie a causa dell’ideologia. Questo ce lo ricordiamo? L’opposizione era tutta a favore del lockdown. Salvini voleva l’esercito nelle strade per eseguirlo. E i governatori del Nord avevano ragionissima contro un governo sul limite della strage epidemica colposa, tant’è che male, in ritardo, hanno chiuso le loro regioni di fronte alla morte. Ed è stato uno tsunami virale senza precedenti, che ha portato l’Italia al primo posto nel mondo per vittime e contagi. Si parla tanto di far causa alla Cina per aver nascosto i dati sui contagi, ma al Pd e alla sinistra chi fa causa per i focolai scoppiati proprio lì, nelle Regioni più colpite dove è andata in scena l’assurda politica della maggioranza?
Sta di fatto che esplosa l’epidemia, diventata subito pandemia, e contagiato perfino Zingaretti e altri esponenti piddini, la sinistra si è ritirata in un silenzio assordante lasciando in mano il governo tutto a Conte. Non se ne parla, ma la sinistra ha preso una sventola fortissima. Non ci credevano, i Vauro, i Gianluca Nicoletti, le Lilli Gruber, i Gad Lerner, anche i vari mediatici rossi pensavano che la preoccupazione fosse il solito atteggiamento razzista della destra contro gli stranieri. Ma di fronte alla virulenza del Covid-19 l’ideologia è crollata. Nel Pd si è fatto il vuoto e, con la scusa che il segretario fosse ricoverato, tutto il partito è andato in quarantena. Giuseppe Conte, Luigi Di Maio (Esteri) e Roberto Speranza (Salute) hanno guidato la prima fase dell’emergenza quasi in solitaria.
Nelle settimane di silenzio il Pd ha covato la sua tattica e quando sono riemersi dal letargo pandemico è cambiato lo scenario di colpo. Ora la sinistra difende il lockdown e sono diventati saggi e prudenti, mentre l’opposizione guidata dagli scalpitanti mediatici alla Porro grida “agli arresti domiciliari”, al governo intollerante e allo stato di polizia e vorrebbe riaprire tutto e subito. Voi pensate che la gente dimentichi e sia disponibile alle giravolte? Di fatti l’opposizione paga caro in termini di fiducia le sue attuali posizioni incongruenti rispetto alla giusta fase iniziale, quando aveva messo a tacere la sinistra avversaria assestandole il colpo più duro. Correre dietro ai pariolinismi e alle élite, senza curarsi della gravità complessiva della situazione sanitaria reale, non paga politicamente e soprattutto è un azzardo scellerato. Brandire l’arma della crisi economica dei parrucchieri e delle estetisti sul lastrico, sfidando il governo in una reiterata macchietta di bordate, è una via sbagliata e che sta isolando l’opposizione sempre di più. Tanto è vero che Salvini e Meloni sono sempre in tivù a darsi la zappa sui piedi: “Su 204 nostri emendamenti ne sono stati rigettati 203 e il Parlamento non conta niente”.
Che i rischi ci siano ancora e che siano serissimi lo abbiamo pubblicato qui in tantissimi articoli e la linea del direttore Arturo Diaconale è stata anche quella di suggerire provvedimenti avveduti e necessari. Anche Il Giornale ha di recente pubblicato una ricerca dall’Inghilterra in cui emerge che sono in atto mutuazione virali che interessano forme infiammatorie gravi nei bambini e negli adolescenti. La via giusta era quella della prudenza e delle misure serie, ora questo spettacolino di protesta fatto di Salvini che sogna la discesa in piazza con le mascherine e di Meloni che insulta a ogni piè sospinto, mi pare un magheggio diabolico.
Poi, che riapriamo? Ma la seguite la cronaca? Appena allentata la morsa, in tre giorni due Rom hanno ammazzato un povero poliziotto che cercava di fermarli durante una rapina, due ragazzini di 18 e 19 anni sono morti di overdose durante una festa e sono ripresi alla grande i femminicidi. Questo è il segno che tutto è normale e che possiamo ricominciare? Credo che i cittadini si aspettino soprattutto che “nulla sia più come prima”. E per questo non si è fatto niente. Gli stranieri illegali sono a migliaia stipati come bombe innescate in tutti i sensi, mentre già in Francia Emmanuel Macron si trova a che fare con le banlieue zeppe di contagi e di rivolte. Sui Rom non si è fatto nulla, sui clandestini non si è fatto nulla. Per le varie bande dei corrieri della droga, ora che si era potuto fermare tutto, non si è fatto nulla. La sindaca Virginia Raggi a Roma si è distinta per una incapacità e assenza assoluta, mentre Roma era deserta non ha messo a posto nulla.
Né una buca né un buco oscuro. Non si è agito nelle periferie, non si è agito per i tanti senza tetto e sbandati, non si è agito per i covi di illegalità e insicurezza. Abbiamo sentito solo i concerti sui tetti, dai balconi, immagini di una Roma deserta, il Papa che ha benedetto il vuoto e stiamo a pensare come riempire in fretta le chiese, dove si era annidato il male assoluto, senza che pure lì sia cambiato niente. La Raggi dovrebbe dare le dimissioni. Questa è una battaglia urgente, perché Roma non funziona.
Soldi, fondi, aiuti rischiano di essere nuova corruzione e nuove tasse. Ci sono problemi gravissimi, che sono la pandemia ancora letale e questioni di sicurezza peggio della pandemia.
Aggiornato il 28 aprile 2020 alle ore 12:18