Battistoni contro il danno erariale, abitudine continuata di Sogin

Sono ormai decenni la buona stampa tiene d’occhio i conti della Sogin, la società pubblica che avrebbe dovuto smaltire le scorie radioattive, e nata dopo il referendum che bandiva il nucleare in Italia. Pur non entrando nel merito di quella scelta energetica (la vicina Francia è ormai arrivata a sperimentare la produzione totale d’energia dal nucleare) preme non poco sottolineare che in quasi quattro decenni la Sogin è costata troppo ai contribuenti. In forza del trasporto senza meta, del vero e proprio nomadismo dei rifiuti tossici che per decenni hanno viaggiato in lungo ed in largo per lo Stivale. Questi tour si consumavano con la pretestuosa promessa che la dirigenza Sogin avrebbe individuato un sito di “stoccaggio e smaltimento”. Dopo un po’ di tempo la gente s’accorgeva che l’azienda aveva prodotto solo bubbole, ovvero frottole utili a dare a bere all’opinione pubblica (ed agli organi di vigilanza) che la Sogin starebbe adempiendo alla missione per cui è nata. Ma se bubbole e frottole potessero mandare avanti il Paese, allora alla Sogin avrebbero già fatto un monumento.

Questo lo si scrive a ragion veduta, perché l’interrogazione presentata due giorni fa dal senatore Francesco Battistoni di Forza Italia dimostra che la Sogin non smette di mai di dare a mangiare bubbole all’Italia, ed è l’unica produzione che nemmeno il “lockdown” riesce a fermare.

“Ai ministri dell’Economia e delle finanze, dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – scrive Battistoni – Premesso che: la Sogin Spa è la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, 100 per cento controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze, che amministra soldi prelevati dalle bollette energetiche degli utenti; i vertici della società sono soggetti alle norme sancite per le limitazioni dei compensi degli amministratori di società pubbliche, differendo fra oneri per il presidente (inferiori) e l’amministratore delegato”.

Dalle parole del senatore Battistoni comprendiamo che sarà saltato dalla sedia al solo leggere appannaggi, prebende e diritti di cui si fregia la cosiddetta “alta dirigenza Sogin”, alta dirigenza che gode della protezione che lo Stato da a tutti i tutelati che potrebbero costituire “obiettivi sensibili” per forze eversive (sono protetti dai servizi).

“Il presidente, durante il periodo 2013-2015, era Giuseppe Zollino – fa notare Battistoni – Da notizie pervenute all’interrogante risulta che questi, seppur già domiciliato in Roma da diversi mesi prima della sua nomina, presso l’abitazione locata dalla sua compagna, avrebbe chiesto e ottenuto dalla Sogin di stipulare un contratto di locazione per lo stesso immobile, che passava quindi dalla signora alla Sogin. Avrebbe, inoltre, ottenuto l’assegnazione di un’Audi Q5 per uso promiscuo ed un autista a disposizione, ma, nonostante questo, avrebbe altresì richiesto ripetutamente rimborsi di spese di viaggio per la tratta Padova- Roma, essendo anche professore associato all’università di Padova, con obbligo di richiesta autorizzativa al proprio rettore - continua l’interrogante -; nel corso del 2015, il pessimo rapporto fra l’amministratore delegato e il presidente deflagrò nelle dimissioni dell’amministratore delegato Casale, ritirate in seguito, forte dei risultati ottenuti dalla sua gestione, nonostante l’atteggiamento ostruzionistico del presidente Zollino, specie nelle convocazioni del consiglio di amministrazione”.

Evidentemente Battistoni è totalmente all’oscuro delle consolidate metodiche Sogin, che constano di iter burocratici e percorsi tortuosi: perché le abitudini possano mantenersi occorre gente che non muova paglia, che eviti il raggiungimento dei risultati, ma che sappia imbastire fumose conferenze stampa su obiettivi poco tangibili.

“Risulta che nel 2016, a fine mandato – denuncia Battistoni – Zollino chiese al nuovo amministratore Desiata di rinunciare all’immobile locato da Sogin per l’allora presidente, così da poter stipulare nuovo contratto con il proprietario per lui stesso e non dover cambiare residenza…”.

Che storia ambigua. Per questo l’interrogante chiede di sapere: “Quali siano l’ammontare delle spese per l’immobile in locazione e se questo sia conforme al mercato delle ‘foresterie’ o se ci siano eccedenze; l’ammontare dei rimborsi spese per i viaggi Padova-Roma; l’ammontare di ulteriori indennità, rimborsi o altre facilitazioni e utilità; se sia stato accertato che non si sia configurata l’attività di doppi rimborsi fra l’università di Padova e la Sogin; se i ministri in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, non ritengano di accertare che non si sia configurata l’attività di danno erariale; se corrisponda a verità la notizia – continua Battistoni – secondo cui l’ingegner Zollino abbia gestito, insieme al dottor Colosi, attuale direttore delle relazioni esterne della Sogin, campagne di comunicazione per 3,5 milioni di euro; se il nuovo management abbia ricevuto sollecitazioni dall’ingegner Zollino su qualsiasi argomento o se abbia ricevuto comunicazioni volte ad orientare scelte aziendali di qualunque tipo”. Belle domande e giusta interrogazione. Ora si rimane in attesa delle risposte, eventualmente anche d’una corposa indagine giudiziaria per danno erariale.

Aggiornato il 22 aprile 2020 alle ore 13:45