
“È il momento di anteporre l’interesse del Paese a quello del partito”. Ne è convinto Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. “Il sostegno azzurro di cui tanto si parla in questi giorni c’è – afferma – ma non è al governo. È all’Italia”. L’ex presidente del Parlamento europeo, in un’intervista al Corriere della Sera, rivendica il senso di responsabilità dell’universo forzista. “Noi – sottolinea – siamo contro questo governo delle sinistre, siamo parte del centrodestra, che non è un monolite ma ha anche posizioni variegate. Siamo opposizione e lo restiamo”.
Secondo Tajani Giuseppe Conte, in vista del Consiglio europeo, dovrà utilizzare “tutti gli strumenti che vengono messi a disposizione per ottenere quello che più di tutto ci serve in questo momento: la liquidità”. Questo significa sì al Mes, “se si potrà accedere – precisa – al fondo senza condizionalità e con un tasso zero o comunque molto basso. Perché non dovremmo utilizzare dei soldi che, assieme ad altri, ci saranno utilissimi?”.
Per quanto riguarda i bond europei, Tajani ipotizza che “al Consiglio europeo molto probabilmente non saranno prese decisioni definitive su questo, ma sarà approvato il piano per aiuti della Bce, finanziamenti della Bei, fondo Sure e Mes, oltre ai finanziamenti già messi in atto. Non è affatto poco, sarebbe sbagliato dire che l’Europa non sta facendo niente. Ma serve altro. E in fretta”. Ad esempio i Recovery bond, ovvero titoli garantiti dal fondo del bilancio comunitario: “Con questo strumento, da implementare, avremo alla fine una somma totale di denaro immesso pari a tremila miliardi. Una grande iniezione di liquidità, che a noi serve come il pane”.
Tajani ritiene non sufficiente il decreto di aprile da 50 miliardi. “Troppo pochi. Ne servono almeno 75. Questa è la cifra minima per ripartire, questa sosterremo”. Ma questo governo ce la può fare ad affrontare la fase del post-emergenza o ne serve uno nuovo? “Questo governo è debole e pieno di contraddizioni, ma oggi siamo ancora nella fase dell’emergenza, e un cambio di esecutivo non è all’ordine del giorno. Quando si supererà, vedremo. Non ora”.
Aggiornato il 22 aprile 2020 alle ore 15:07