
Nuvoloni sull’Eurogruppo che dovrà decidere sul Mes, sui Covidbond, sul debito comune e bombe d’acqua da noi sull’andazzo della maggioranza per le scelte e le decisioni sulla crisi. Del resto è dal governo Monti e dunque una decina di anni che procediamo con esecutivi, raffazzonati, spuri, litigiosi, insomma messi in piedi con espedienti, forzature, per paura di votare più volte per arrivare a maggioranze chiare con un programma condiviso. Dal 2011 sei premier, sei maggioranze e sei governi che anziché affrontare il tema della malattia nostrana, le riforme, dalla giustizia alla burocrazia, dal fisco all’assetto istituzionale, allo statalismo sfrenato ad una vera revisione della spesa, hanno fatto campagna elettorale. Per dirla tutta Matteo Renzi ci ha provato, ma con una soluzione sbilanciata, abborracciata, parziale e personale, che è finita per questo contro il muro del Referendum nazionale, insomma per dritto o per rovescio siamo rimasti al palo su tutto.
Come se non bastasse in questi dieci anni, si è pensato per un verso a sfiancare definitivamente il sistema con nuove tasse e una procedura riscossivo-poliziesca, per l’altro a sperperare decine di miliardi di flessibilità sui conti in spesa improduttiva e clientelare. Del resto non è un caso che l’Italia sia cresciuta niente rispetto agli altri, senza investimenti, senza una Spending review diversa dai tagli sconclusionati, senza una strategia di politica economica e industriale, di semplificazione e di favore al lavoro e all’intrapresa, insomma l’unica crescita è stata sul debito e sulla spesa. Una spesa che oltretutto è stata rincorsa sia dalle tasse e sia da altra spesa, un circolo letale, per via di una politica incapace, succube solo della ragione elettorale anziché della correzione del male nazionale. Tanto è vero che da Mario Monti a oggi il paese è peggiorato, precipitato in un vortice infernale, eppure a fare i conti abbiamo avuto sulla flessibilità una barca di decine di miliardi, per non parlare dell’effetto Mario Draghi che se fosse stato meglio utilizzato oltreché salvato ci avrebbe cambiato.
Tra bonus elettorali, aumenti contrattuali superflui, salvataggi inutili di carrozzoni, finanziamenti a pioggia sotto elezioni, assistenza e spesa allegra, Navigator e quota 100, la salvaguardia Iva che andava affrontata anziché rimandata, sono stati bruciati in 10 anni molto più di 100 miliardi. Col risultato che adesso complice la maledizione del virus siamo in ginocchio, allo stremo, andiamo in Europa col piattino in mano, prendiamo tempo sui decreti per trovare i soldi, perché abbiamo annunciato quello che non c’era, siamo ridotti al bilancino mentre il paese è al lumicino. Sia chiaro con gli ultimi governi, gialloverdi e giallorossi, abbiamo toccato il fondo, due finanziarie da decine e decine di miliardi buttati al vento, soldi sperperati che all’economia hanno fatto danni e basta. Anche nell’ultima Finanziaria 40 miliardi spesi male pur di non correggere gli sbagli precedenti, quegli stessi 40 miliardi che sono appesi al Mes, come all’Europa è appesa la richiesta di risorse che in buona parte ci ostiniamo a non voler recuperare mettendo mano alla spesa inutile e dannosa.
Ci siamo messi nelle mani di una Ue che non ci ama, senza una strategia economica interna, senza un tentativo per coinvolgere gli italiani con un prestito straordinario, senza uno straccio di spillover della spesa dal superfluo al necessario, dal non vitale all’emergenziale. Abbiamo messo su comitati d’esperti, che si contrastano, task force che vorrebbero un censimento sulla salute mentale dovuta al blocco del paese, roba da chiedersi chi siano i matti, cervelloni a destra e a manca per studiare il buon senso, perché sia chiaro basterebbe il buon senso per capire che insistendo con la chiusura l’operazione funziona ma il paziente muore. Abbiamo promesso soldi che non ci sono o non ci sono tutti e adesso, l’ha capito anche il più fesso, parlato di una potenza di fuoco immaginaria perché sottoposta all’accettazione bancaria, garantito rapide soluzioni che si stanno perdendo in confusioni e ritardi. Eppure se ci fosse veramente la potenza di fuoco basterebbe pagare ora alle imprese i 60 miliardi di arretrati con lo Stato, basterebbe consentire a tutti di compensare il dare e avere fiscale, imporre all’Enel e all’Eni di bloccare o ridurre le bollette, stornare dalle imposte i mesi di chiusura.
Parliamo di provvedimenti che in parte sono a bilancio, e in altra parte si potrebbero recuperare ad invarianza di totale, la realtà invece è che di disponibile c’è poco o niente, mentre c’è tanto di incapacità, protagonismo e delirio di superiorità. La realtà è che paghiamo un vecchio conto che scelleratamente la politica pensava non arrivasse mai, pensava di nascondere con i maquillage dei bilanci, con le ipocrisie sulla spesa, con la polvere sotto il tappeto. Paghiamo l’incapacità di una maggioranza ipocrita e forzata che anziché al governo dovrebbe stare a casa, per questo speriamo in Draghi, che prenda in mano il timone del Paese e arrivi presto prima chi giallorossi ci portino al disastro.
Aggiornato il 20 aprile 2020 alle ore 13:30