
In una pagina uno straniero dell’est diceva al compaesano: “Ma dove scappi? Adesso ci danno mille euro a tutti per sempre”. L’epidemia aveva sortito un effetto insperato. Cioè la fuga di una gran parte della masse di stranieri che hanno affollato l’Italia negli ultimi dieci anni, scappando dai loro Paesi, spesso per problemi legali o in quanto poco graditi e quindi messi a una miseria di stipendio, i quali qui da noi hanno trovato maglie larghe della “non-giustizia”, tolleranza per ogni sorta di espediente inconciliabile con la sicurezza e la civiltà, attività illecite dalle forme più gravi al semplice lavoro in nero a prezzi al ribasso e dalla qualità molto scadente. Tanti di questi stranieri del parassitismo romano, insieme a tanti Rom dei campi e delle case-ostello, hanno in fretta e furia preso i loro bagagli, i camion, le auto di fortuna e sono corsi al confine per rientrare nei paesi di origine. Qui in Italia, e a Roma in particolare, non hanno resistito essendo tutto bloccato, polizia nella strade, esercito, lockdown, nessuno esce e nessuno entra, molti pigiati con poca acqua e pochi bagni, hanno tolto le tende.
I loro Paesi, come ad esempio la Romania, non hanno fermato il ritorno, anzi hanno garantito che al confine sarebbero stati visitati e poi accompagnati nelle proprie città e o trasferiti in ospedali se trovati positivi o messi in alberghi già predisposti per le quarantane di garanzia. Capito come sono organizzati, altro che derelitti senza casa? È bastato poco tempo per indurre il sottobosco dell’immigrazione illegale dell’est a svuotare almeno per metà le nostre città, Roma in testa. Oltre alle tante badanti e colf rimaste senza alloggio e lavoro. Un alleggerimento, un repulisti se volete, un’evacuazione di cui Roma e il resto d’Italia ansimavano. Non tutto il male viene per nuocere, anche se c’è da pensare già al fenomeno dell’illegalità e del parassitismo da ritorno.
Ma non abbiamo fatto in tempo a respirare che i nostri geni della politica hanno innescato il fenomeno contrario. Ora che leggermente la curva dei contagi sta scendendo e che si riparla di soldi, anziché di emergenze, mascherine, terapie intensive e decessi, si è prodotto il risveglio dei leader. Sarà un caso, ma molti sono improvvisamente guariti. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti è il primo che si è riaffacciato dal video. Ha spiegato di aver passato “brutte giornate”, di essere stato trovato due volte negativo e dunque è tornato di nuovo in pista. Il tintinnare di denaro dal governo ai Comuni, e il dibattito sugli interventi assai più copiosi dei necessari aiuti europei, ha ritrovato anche lo scomparso Beppe Grillo, il quale era rimasto in quarantena verbale per tutto il tempo buio e doloroso, non emettendo neanche una parola, lui l’intelligentone cinque stelle delle società digitali, dei vaccini e delle più fantasiose teorie sanitarie.
Ma ecco che a sentir parlare di fondi anche Beppe è tornato sul suo blog e con ritrovata irruenza ha fatto la sua classica proposta spaccona. Non i “mille euro a tutti” di Matteo Salvini, neppure il pugno duro di Giorgia Meloni con la Ue e nemmeno quel “reddito di emergenza” che secondo la sinistra piddina deve diventare la seconda fatale stangata, ma addirittura per Beppe è giunta l’ora del “reddito universale”. Cioè, secondo Grillo, chi viene in Italia o chiunque ci viva per il solo fatto di essere qui o di esserci nato deve poter avere un reddito base, che garantisca a tutti la soglia di dignità. Manco lo statalismo comunista, di più.
La manna dal cielo, come se il buon Dio avendoci visti nella pandemia volesse premiarci di uno stipendiuccio per il solo fatto di aver accettato questa vita. O proprio il parassitismo zingaro entrato nel sistema, visto che per mille euro al mese è richiesto di non fare un piffero, oltre ai bonus per ogni figlio, oltre alle altre prebende e oltre a qualche lavoretto in nero o al buio per il totale di una bella somma (anche più di duemila euro) tutta esentasse, che paghiamo noi, gli italiani che lavorano o hanno lavorato davvero. Se questa per caso fosse anche la solidarietà misericordiosa di Papa Bergoglio, allora veramente vorrei la fine del mondo, perché tanto questo non sarà mai un mondo giusto, sano e pulito.
Aggiornato il 31 marzo 2020 alle ore 14:26