
Ci rendiamo conto che chiedere ad un governo nato solo dalla voglia di impedire il voto, di essere deciso e coraggioso, sia un’impresa, ma adesso basta perché non è più tempo di indecisioni e tentennamenti, Big Ben ha detto stop. Del resto lo stesso Sergio Mattarella col richiamo all’unità e alla collaborazione, ha voluto indicare la necessità di procedere subito nelle scelte magari estreme per fronteggiare una crisi così drammatica e perniciosa. In questi giorni infatti abbiamo scritto quanto ci sia costata la sottovalutazione iniziale da parte dell’esecutivo della gravità del problema, come della necessità di provvedere senza tentennamenti con misure urgenti, ingenti e straordinarie. Adesso però diciamo basta, basta cautele e tentennamenti, perché il whatever it takes di Mario Draghi, va applicato subito è su tutto il fronte, sanità, sicurezza, economia, per la salvezza del Paese e così sia.
Ci riferiamo all’inasprimento degli obblighi per i cittadini di restare a casa tranne che per le esigenze vitali, come agli interventi eccezionali per sostenere oltreché la sanità, l’economia e la capacità di spesa delle famiglie, delle aziende, di tutti gli operatori commerciali. Del resto inutile girarci intorno perché ciò che non si capisce con le buone si deve imporre con le cattive, e visto che ancora troppi imbecilli vanno in giro senza un motivo vero mettendo a rischio la salute collettiva, se guerra è guerra sia, coprifuoco e basta. Qui non si tratta dei diritti e della democrazia, ci mancherebbe, si tratta del bene superiore della nazione, del rischio estremo di finire dentro una catastrofe totale perché un po’ di gente si comporta male, dunque si proceda a tutto il necessario.
Lo abbiamo visto in Cina, ha funzionato, tutti a casa e basta, per un mese o quel che sia, punto, dopodiché l’economia, e qui bisogna che l’esecutivo apra le orecchie eppure bene alle proposte del centrodestra, perché non si può chiedere unità e collaborazione senza ascoltare poi l’opposizione. Lo abbiamo detto e ripetuto il decreto sull’economia è limitato e pasticciato, frutto della stessa confusione che ha pervaso la coalizione giallorossa sulla finanziaria, in termini di impegni, scopi, cifre, stimoli e sostegni alla produzione, ai consumi, agli investimenti e agli interventi. Del resto o ci si rende conto della dimensione del problema, per contrastarlo con una manovra shock senza precedenti, oppure a procedere per tentativi, per dosi successive si rischia di finire in agonia e devitalizzati. Parliamoci chiaro viene da ridere a sentire di spostamenti di una rata, scadenza o adempimento, qui serve ossigeno, in tutti i sensi e in quantità industriale e si può dare solo in due modi, restituendo liquidità diretta e indiretta con la fiscalità e la disponibilità di denaro fresco per bilanciare e investire.
Ci viene in mente la necessità di semplificare le compensazioni fiscali che scriteriatamente sono state vincolate nella finanziaria, di procedere immediatamente al saldo della Pubblica amministratori verso i creditori, parliamo di miliardi, di sospendere e allargare la limitazione dei contanti. Ci viene in mente l’attivazione di linee di credito senza interessi delle banche di almeno 5mila euro a famiglia garantite dallo stato, lo sblocco immediato di tutte le licenze, permessi e concessioni per attività d’impresa, l’abbattimento della prima aliquota Irpef, delle addizionali, delle tasse aziendali.
Ci si chiederà adesso dove trovare le risorse e qui serve il coraggio di bloccare gli sprechi a partire dal bonus dei 100 euro, da quota 100, gli f 35, dal dimezzamento per un anno dei compensi doro dei manager e dei burocrati fuori dal tetto, di quelli dei parlamentari anche regionali, dei finanziamenti ai partiti. Insomma c’è la possibilità di recuperare decine di miliardi senza ridurre alla fame nessuno, specialmente chi abbia la sicurezza di uno stipendio di Stato che arriva sempre al contrario del settore privato che invece rischia di non arrivare, e poi l’Europa.
Con la Ue ammesso che resista in vita visto che per noi è già finita, bisogna parlare chiaro, non vogliamo concessioni, ma le decine di miliardi indietro che abbiamo dato rispetto a ciò che abbiamo preso, oltre al fatto che oramai non c’è patto che tenga per condizionarci. Da ultimo il Mes, sentiamo in giro una gran voglia di utilizzare i 450 miliardi a disposizione, ebbene ammesso che fosse dovremmo farci firmare col “sangue” che quell’uso eventuale sarebbe fuori da ogni vincolo e pattuizione del fondo, perché altrimenti finiremmo imbrogliati e commissariati. Ce la possiamo fare e ce la faremo. Siamo certamente in grado di vincere questa guerra. Serve unità, polso, sangue freddo e piedi a terra. Andrà tutto bene, evviva l’Italia.
Aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 12:58