
A parte il trionfalismo col quale il premier snocciola i provvedimenti tentando di trasformare il plurale in singolare, cercando di fare il primus senza inter pares, che vuol dire tutti, parlamento e italiani insieme, ma sul quanto e come ancora non ci siamo. E per fortuna che il centrodestra, abbia alzato un fuoco di fila contro quello stesso trionfalismo con cui il governo annunciava una terapia d’urto di 3,5 miliardi per la crisi, alla faccia della consapevolezza dei problemi e delle necessità impellenti.
Eppure al netto di ciò che basterebbe per capire l’inadeguatezza dell’esecutivo, anche sui 25 miliardi usciti fuori a furor di popolo ci sarà da lavorare in parlamento per migliorare ed aumentare gli impegni in soldi e scopi. A partire dalla possibilità di incrementarli recuperando 15 miliardi circa dal blocco di quota 100, dei bonus precedenti e attuali, del reddito di cittadinanza che è stato un flop, da una serie di impieghi non vitali.
Del resto, visto che parliamo di virus, la scienza insegna che quando nel corpo umano c’è una emergenza, il sangue e le difese vengono richiamate tutte dove servono in quel momento e sottratte alle zone non vitali, parliamo di automatismi elementari della natura. Dunque non si capisce perché di fronte ad una crisi eccezionale non si proceda con immediatezza in questo senso, visto che quota 100 i bonus e così via tutto sono fuorché vitali, si tratta di risorse ingenti che a sprecarle è veramente grave.
Ecco perché diciamo serve di più e di meglio e serve soprattutto in prospettiva visto che le misure dovranno non solo tamponare l’emorragia ma fornire l’adrenalina necessaria alla ripresa dopo una calamità senza precedenti. E qui viene fatto di aprire subito una parentesi sulle dichiarazioni del governo riguardo i provvedimenti, perché per come sono stati distribuiti i 25 miliardi parlare di una leva in grado di portare i flussi a 340 miliardi è incomprensibile, visto che almeno 10 andranno in assistenza.
Sia chiaro in questo momento l’assistenza è necessaria eccome, ma la leva si produce con gli investimenti, lo stimolo all’intrapresa, ai consumi, al lavoro, alla produzione e col coraggio di una politica fiscale poderosa, piuttosto che spostando un po’ qualche scadenza, rata o bolletta che sia. Oltretutto è solo mettendo mano alla fiscalità generale che si arriva ovunque, perché l’Italia è colpita tutta, al netto di certi settori che lo sono molto di più e come tali vanno riguardati, ma la batosta toccherà il paese dal nord al sud inutile girarci intorno.
Ecco il motivo per il quale serve coraggio sulle tasse, sulle aliquote personali almeno le prime, su quelle aziendali, sugli sgravi generali, sulle addizionali, parliamo insomma di quello shock fiscale che fino ad ora è stato solo annunciato. Qui non si tratta solo di tamponare ma di creare le condizioni di una ripresa straordinaria dopo una mazzata, per questo bisognerebbe cogliere l’occasione per ciò che non si è avuto mai il coraggio di fare, svincolare, semplificare, autocertificare ogni iniziativa per tranciare la burocrazia.
Da ultimo ci preoccupa la spinta della maggioranza ad uno statalismo ancora più grande, perché l’emergenza passa ma i costi restano e l’Italia di statalismo s’è rovinata, sia chiaro non pensiamo alla sanità e al suo potenziamento dopo i tagli dissennati, pensiamo alla linea di principio generale. Basterebbe pensare all’Alitalia, alle voci di statalizzare questo o quello come fosse la medicina anziché il male, lo vediamo con gli enti inutili, le municipalizzate, la pletora di uffici pubblici superflui, la quantità di posti improduttivi che tolgono risorse e basta.
E lo vediamo proprio ora, quanto ci servirebbero risorse da impiegare meglio, nei settori vitali e strategici, negli investimenti produttivi, nelle misure eccezionali che in certi casi bisogna disporre, altroché modello italiano da copiare come dice la maggioranza. Ecco perché invitiamo il centrodestra e tutte le intelligenze migliori a spingere al coraggio l’esecutivo, nelle scelte di ora e nel confronto che sarà con la Ue sul dopo, perché sia chiaro che passato il danno arrivi la beffa Europea di un prelievo forzoso o di un commissariamento sarebbe da rivolta morale.
Aggiornato il 17 marzo 2020 alle ore 12:34