Rivolte nelle carceri: l’opposizione chiede le dimissioni di Bonafede

La rivolta nelle carceri ha messo a dura prova il grillino Alfondo Bonafede. Ora è in discussione la sua stessa permanenza al governo in qualità di ministro della Giustizia. Oggi il Guardasigilli è intervenuto al Senato per informare il Parlamento delle violenze nelle carceri. Ha detto che “fuori dalla legalità, e addirittura, nella violenza non si può parlare di protesta: si deve parlare semplicemente di atti criminali. Lo dico anche per sottolineare che le immagini dei disordini e gli episodi più gravi sono ascrivibili ad una ristretta parte dei detenuti; la maggior parte di essi, infatti, ha manifestato la propria sofferenza e le proprie paure con responsabilità e senza ricorrere alla violenza”.

Bonafede sostiene che gli episodi di violenza siano stati “portati avanti da almeno seimila detenuti su tutto il territorio nazionale. Il bilancio complessivo è di oltre 40 feriti della polizia penitenziaria cui va tutta la mia vicinanza e l’augurio di pronta guarigione) e purtroppo di 12 morti tra i detenuti per cause che, dai primi rilievi, sembrano perlopiù riconducibili ad abuso di sostanze sottratte alle infermerie durante i disordini”.

Secondo il ministro “è giusto ascoltare le rivendicazioni che arrivano anche dai detenuti che rispettano le regole e che dimostrano di seguire un percorso di rieducazione vero. Ma dobbiamo avere anche il coraggio e l’onestà di dire che tutto questo non ha nulla a che fare con gli incendi, i danneggiamenti, le devastazioni e addirittura le violenze contro gli agenti della polizia penitenziaria”.

Ma l’opposizione non è soddisfatta e critica aspramente Bonafede. “Oggi – sottolinea il senatore leghista Andrea Ostellari rivolgendosi a Bonafede – perché sceglie di stare a guardare le rivolte nelle carceri e le immagini dei detenuti che scappano, perché ha paura? Perché non è intervenuto prima? Tutte le sigle sindacali dicono che hanno chiesto interlocuzioni senza risposta. Il Paese ha bisogno di chi decide. Contro le rivolte serve coraggio e decisioni chiare. Se non trova la forza guardi le carceri devastate, i corpi dei nostri agenti penitenziari: là troverà il coraggio di agire. Se non lo troverà si dimetta”.

Per il senatore forzista Maurizio Gasparri “è ridicolo scaricare le responsabilità di quanto è accaduto nelle carceri su qualche funzionario. Signor ministro, prima lascia il suo incarico meglio sarà. I fatti dimostrano la sua grave inadeguatezza. Lasci la sua funzione prima di provocare altre catastrofi”.

Aggiornato il 11 marzo 2020 alle ore 16:28