Avere l’influenza e sentirsi in colpa

Nemmeno il pessimismo di Ernst Junger sulle tendenze autoritarie degli stati e sull’uso delle elezioni a mo’ di plebiscito (“Trattato dei ribelli”) per i tiranni aveva contemplato l’idea di fare andare la cittadinanza a votare per un referendum confermativo di una modifica costituzionale – come il taglio dei parlamentari, spacciato per grande risparmio (un caffè al giorno per ogni italiano) – in un periodo di pandemia influenzale. Ma l’Italia a Cinque stelle ha colmato questa lacuna. D’altronde è anche vero che il panico generato dalla ridicola risposta italiana all’emergenza corona virus è riuscito solo a fare chiudere il Paese non certo i focolai del virus. Viviamo tutti il nostro raffreddore di stagione o l’influenza con un rinnovato senso di colpa – indotto – verso lo stato: “e se fosse coronavirus”? “Che faccio chiamo gli astronauti che mi scorteranno alla Cecchignola o me ne sto a casa buono e zitto”? “E se mi beccano con il trojan”?

Ecco in questo clima surreale e demenziale ci tocca vivere, guardando impotenti tutto il mondo che ci crolla intorno. E questo solo perché un paio di anni orsono alcuni milioni di cittadini che protestavano abbaiando alla luna hanno scelto di votare per un partito che è una setta di fanatici giustizialisti e di furbetti sotto traccia, e che così ci ha ridotto.

Mettendo un premier improbabile, schifato un po’ da tutto il mondo, a capo di un governo diviso a metà tra dementi e opportunisti.

L’Italia non è mai stata così poco stimata al mondo neanche quando, ai tempi el terrorismo di sinistra, “Stern” faceva le copertine con gli spaghetti con il revolver sopra. In confronto a quel che ci sta capitando oggi persino le Brigate rosse ci sembrano un male minore. Abbiamo fatto meno leggi speciali e illiberali all’epoca per combatterle – e ci stavano un morto ammazzato o due al giorno – di quelle che stiamo varano oggi per combattere un’epidemia influenzale, per quanto maligna e aggressiva e per ora senza vaccino. Scuole chiuse, locali deserti e gente divisa a metà tra chi questo panico percepisce e se ne fa condizionare e altri che semplicemente scuotono la testa e attendono pazientemente che questa ondata di follia collettiva si esaurisca.

Ma la cosa più grave è che questa classe politica di governo non ha un’immediata alternativa in quella che si trova all’opposizione. A demente risponde deficiente. È un continuo cadere dalla padella nella brace e viceversa. Infatti oggi un sondaggio per la prima volta da mesi registra un crollo sino al 27 per cento del partito di Salvini. Siamo quindi al “si salvi chi può” e ci tocca pure sentirci in colpa se ci sentiamo poco bene.

Aggiornato il 05 marzo 2020 alle ore 12:40