Attivare il Fondo Juncker. E poi votare

L’Italia, come tutti gli Stati membri, puó attivare direttamente ed attingere economicamente al Fondo europeo creato da Juncker oggi intonso e non ancora utilizzato, al ricorrere di condizioni epidemiche causa di stallo economico con caduta di Pil nazionale. La realtà e le previsioni della attuale discesa economica del Pil autorizzano l’Italia all’utilizzo del Fondo cui si può ricorrere direttamente senza passare dai procedimenti articolati dei burocrati europei. L’Italia attinga a tale Fondo avendone oggi diritto, piena legittimazione e necessità.

La stessa Europa dovrà, a livello europeo, procedere nell’anno corrente 2020 con iniezioni ed investimenti nell’ordine di un centinaio di miliardi di euro al fine di risollevare le sorti economiche malmesse - anche la Germania che ha messo il freno e la Francia che sta economicamente sprofondando - del continente europeo.

Il centrodestra politico italiano - Berlusconi, Meloni, Salvini - serri le fila e si presenti , unito, dal presidente della sinistra Mattarella comunicandogli l’impellenza e la urgente necessità di elezioni politiche nazionali per dare vita a governi eletti votati dalla maggioranza del popolo italiano. Cambiare tramite elezioni legittime il destino nero del nostro Paese investendo nel suo e nostro futuro l’1,5 del Pil, una trentina di miliardi di euro comprensivi del Fondo europeo da cui attendersi un elmetto maggiorativo fino presumibilmente del suo raddoppio derivato da nostri consumi ed investimenti delle imprese fino a generare il 2/2,5 per cento annuo.

La politica è funzionale alla ripresa e crescita, alla ripartenza dell’Italia . Impossibile farlo con l’attuale governo dell’ineletto Conte. È necessario votare per risollevarsi. Disinfettiamo le cabine di voto - per evitare contagio da coronoravirus - ed andiamo a votare. Quando le realtà si attorcigliano via via su se stesse, come sta succedendo economicamente ancora prima che sanitariamente all’Italia, non bisogna insistere e continuare ad infognarsi sempre di più, ma cambiare realtà ed i suoi componenti, dare la sferzata che serve a superare e crescere. Oggi l’Italia deve andare al voto. Di corsa.

Aggiornato il 04 marzo 2020 alle ore 13:19