Quel che resta di una riforma inaccettabile

L’avvocato Federico Conte - con il quale non condivido nulla, se non la comune iscrizione all’Albo professionale - rivendica con orgoglio la paternità di alcune parti del cosiddetto “Lodo sulla Giustizia”, rispetto al quale, invece, molti colleghi manifestano risoluta avversione.

Rispondendo alle critiche, che giudica formulate con l’inappropriato linguaggio del populismo, l’avvocato Conte ricorda la difficoltà politica incontrata ed evidenzia la compartecipazione (a quello che io giudico uno scempio) di giuristi, magistrati e avvocati.

Pensandoci bene, se è vera l’accusa, debolissima è l’autodifesa. Ad un progetto di legge che contiene disposizioni ridicole (la richiesta di giudizio formulata dall’imputato) o pericolose (l’attribuzione ai Procuratori della Repubblica del potere di stabilire la priorità di trattazione degli affari penali), rispondere col linguaggio dei giuristi è inutile, prima che impossibile.

È la seconda parte della replica, però, ad incuriosirmi. I 5 Stelle, notoriamente giuristi di prim’ordine, non avrebbero mai accettato un revirement sulla prescrizione.

E allora? Chi fa questo mestiere sa che ci sono occasioni nelle quali lo spazio per negoziare è inesistente. In quei casi, si deve scegliere: o si capitola o si fa saltare il banco. Costi quello che costi. L’avvocato Conte, militando in una formazione politica che affonda le radici in una robusta tradizione operaistica, dovrebbe saperlo. Sui principi, come sulla dignità, non si tratta.

Che, poi, ci sia sempre un giurista pronto a dare copertura tecnica alle brutture, non è una novità. La Storia offre innumerevoli esempi di grandi giuristi piegati al potere.

Dunque, ciò che resta è una riforma inaccettabile, imposta da un movimento di ispirazione giacobina amorevolmente sostenuto da mani (sapienti ed) amiche.

Non si preoccupi, avvocato Conte. Siamo giuristi anche noi.

Si prepari, piuttosto, come da tradizione della sinistra militante, a resistere alle barricate fatte di argomenti ben più solidi e fondati dei vostri.

Lei ha scelto, per ragioni politiche, da che parte stare della barricata. Gli avvocati stanno di qua. Dove c’è Lei, lo sappia, ci sono i nostri antagonisti: quelli che perderanno.

Aggiornato il 17 febbraio 2020 alle ore 17:39