Nessuna intesa “salvo intesa”

Non ci mancherà Lorenzo Fioramonti, come non ci mancherebbe il Governo se fatalmente dovesse cadere, consentendo agli italiani di potersi finalmente scegliere da chi farsi guidare, visto che è dal 2008 che non succede. 

Del resto le dimissioni del ministro sono la conferma della incapacità della maggioranza a trovare una minima condivisione di indirizzo e di programma per il Paese, ecco perché ogni provvedimento è “salvo intese”, dunque privo di certezza e di futuro. È il motivo per il quale ci chiediamo quale garanzia possa offrire all’Italia una maggioranza che non è in grado di dare per sicure nemmeno le scelte del Consiglio dei ministri, tanto è vero che dalla Finanziaria al “mille proroghe”, a tutto il resto, è solo una gran pezza a colori mal cucita. Tanto mal cucita che a parte le solite tasse e manette classiche di una sinistra forcaiola e pauperista, è tutto rimandato al dopo, compresa la salvaguardia Iva spacciata per successo. Alla faccia del successo aver riempito di tasse nuove i cittadini, aumentato il debito e il deficit pubblico, per ritrovarci nel 2020 punto e a capo con 21 miliardi di clausole da compensare.

Insomma, è la conferma che a dare fiducia a chi non la merita è un azzardo che l’Italia non può permettersi e che solamente l’ipocrisia politica radical chic insiste a sostenere. Quale fiducia potevano meritare i grillini dopo aver dimostrato l’esatto contrario, sia nell’esperienza coi leghisti e peggio in quella delle amministrazioni, a partire dalla Capitale; una scommessa a perdere di sicuro, per questo è stato uno sbaglio colpevole non tornare al voto. Qui non si tratta di polemica spicciola, di pregiudizio, ma dell’opposto, di giudizio sui risultati conclamati, di dati alla mano che avrebbero dovuto suggerire nuove elezioni, piuttosto che fiducia a chi non la meritava affatto.

Eppure anche qui torna in campo l’ipocrisia di una sinistra postcomunista, cattocomunista e radical chic che, pur di evitare il responso delle urne, inventa salvatori della patria ed eleva al paradiso della scienza e della saggezza gli sconosciuti che scendono in piazza contro il centrodestra. Parliamo delle Sardine, che appena nate è bastato che frignassero di tutto contro Matteo Salvini per meritare, oltre che attenzione, la più alta considerazione; insomma, a sinistra è sufficiente fare casino e urlare quattro sciocchezze per diventare un fenomeno nuovo da seguire e ascoltare. Ecco perché non sanno governare, un Paese si guida per e non contro, come sta facendo questa maggioranza messa su per evitare il successo del centrodestra, ed ecco perché i provvedimenti del Conte bis sono l’opposto di quel che servirebbe all’Italia e agli italiani.

Chiuderemo l’anno bellissimo con un Pil vicino allo zero, con 300mila posti sull’orlo del precipizio, con aziende in crisi ovunque, con una prospettiva per il 2020 a dir poco tempestosa, con gli investitori in fuga, con il timore e l’insicurezza nel Paese e con un Governo che procede… “salvo intese”. Che bel regalo dai grillini, da Renzi, dal Pd e dalla Boldrini.

Insomma, siamo allo sbando, da una parte la magistratura che interviene sempre di più al posto della politica, dall’altra le Sardine raccattate per strada contro il centrodestra, un’Europa franco-tedesca ancora più padrona e il segnale negativo di una economia che non perdona. Di fronte a questo “paradiso”, i salvatori nel 2020 ci torchieranno attraverso persecuzioni fiscali, impoveriranno di reddito erogato ai brigatisti, ai camorristi e agli imbroglioni, con quota 100 che non darà nuova occupazione, con più spesa statale assistenziale e improduttiva.

Che brindisi per la maggioranza salvo intese, incapace di tutto tranne che tasse, manette e nuove spese. Noi non brinderemo a loro, a questa assurda imposizione, ma all’auspicio che vadano via, brinderemo al bene dell’Italia e della democrazia, alla voglia di votare e così sia. Buon anno a tutti.

Aggiornato il 27 dicembre 2019 alle ore 11:49