
Duro scontro dialettico tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L’oggetto del contendere riguarda la procedura per la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, per avere bloccato a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana 131 migranti. Salvini, “nella sua qualità di ministro dell’Interno, ha abusato dei suoi poteri”. È questa la motivazione con la quale il Tribunale dei ministri di Catania chiede, per la seconda volta, al Senato di autorizzare il processo all’ex titolare del Viminale contestandogli il reato di sequestro di persona.
Di Maio ha fatto sapere che il Movimento 5 stelle voterà a favore dell’autorizzazione a procedere. “Voglio ricordare una cosa – ha detto – quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l’Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un’azione decisa dal governo, ma dal ministro dell’Interno Salvini. In questo caso l’interesse pubblico prevalente non c’era, fu un’azione personale, tanto che dopo li fece sbarcare. Noi voteremo contro l’interesse pubblico prevalente. Auguro a Salvini di dimostrare la sua innocenza”.
La replica del leader leghista non tarda ad arrivare. “Conto di trascorrere il 2020 a piede libero. Domattina – ha detto Salvini – voglio guardare in faccia quelli con cui abbiamo condiviso scelte di governo ed oggi hanno cambiato idea. Sulla giustizia preferisco non esprimermi, al massimo ci troveremo in qualche istituto di pena con qualche ‘caporale’ o qualche stupratore”. Salvini ha attaccato frontalmente Di Maio. “È un piccolo uomo. Tutto qui. Quanto a me, non vedo l’ora di portare le mie ragioni, prima in Senato e poi se del caso anche in Tribunale, se vogliono portarmici”.
Rispondendo ai giornalisti, il segretario del Carroccio ha detto che “tutto quello che ho fatto l’ho fatto da ministro, con il consenso di tutto il governo, e lo dimostreremo con le carte. Se poi qualcuno per convenienza, per non litigare con il Pd dice che Salvini è un sequestratore e dev’essere processato, ne risponderà alla sua coscienza”.
Per Salvini, “è una vergogna che rischi 15 anni per aver difeso i confini. Ma non sono l’unico, guardando come viene trattato Trump negli Usa o Netanyahu in Israele. Penso che qualcuno faccia un uso politico della magistratura, usi il suo ruolo per fare politica. Pochi, il 99 per cento della magistratura italiana è sana, libera e indipendente”.
Di Maio ha controreplicato. “Mi pare che Salvini abbia sempre detto ‘mi voglio far processare, non ho niente da temere’. Adesso fa la vittima al contrario. Mi sembra sia ben chiaro che la questione Gregoretti non è come la questione Diciotti. Quest’ultima fu una decisione del Governo, la Gregoretti fu propaganda dell’allora ministro Salvini. Ora lo vedo un po’ impaurito ma è evidente che ognuno si deve prendere le sue responsabilità”.
Intanto, Maurizio Gasparri, presidente della Giunta ha annunciato che il leader leghista avrà 15 giorni per presentare memoria o essere ascoltato sul caso e che la Giunta dovrebbe votare presumibilmente il 20 gennaio.
“A differenza di quanto accaduto per la nave ‘Diciotti’, allorquando si innescò una controversia con Malta in ordine allo Stato obbligato a rilasciare il Pos (porto sicuro), nel caso Gregoretti è assolutamente pacifico che il coordinamento e la responsabilità primaria dell’intera operazione, seppure avviata in acque Sar maltesi, siano stati assunti dallo Stato italiano su esplicita richiesta di quello maltese”. È quanto scrive il Tribunale dei ministri di Catania nella richiesta di autorizzazione a procedere al Senato per Matteo Salvini. Lo Stato italiano, secondo i giudici, aveva quindi “l’obbligo di concludere la procedura con il trasferimento dei migranti in un luogo sicuro”; invece “l’omessa indicazione del place of safety (luogo sicuro) da parte del Dipartimento immigrazione, dietro precise direttive del ministro degli Interni”, “ha determinato una situazione di costrizione a bordo”, con “limitazione della libertà di movimento dei migranti, integrante l’elemento oggettivo del reato ipotizzato”, il sequestro di persona contestato a Salvini.
“Nel caso in esame, seppure dipanatosi lungo un arco temporale pressoché equivalente a quello della ‘Diciotti’ – scrivono i giudici –, l’inadeguatezza della nave ‘Gregoretti’ ad ospitare un così elevato numero di migranti (135, poi 131, ndr) è stata tempestivamente segnalata alle autorità”, “così come le precarie condizioni di salute di alcuni di essi (uno addirittura con probabili sintomi di tubercolosi polmonare) sono state immediatamente accertate e denunciate dal personale medico che si trovata a bordo della nave e successivamente confermate dai consulenti nominati dal Procuratore della Repubblica di Siracusa”.
Aggiornato il 19 dicembre 2019 alle ore 17:57