Taglio parlamentari, raggiunto il quorum per il referendum

È stato raggiunto il quorum per il referendum. Ora si blocca il taglio dei parlamentari. Depositata in Senato la firma numero 64, quella decisiva: è di Francesco Giacobbe, esponente del Pd eletto in Australia. Adesso, salvo sorprese, si attiverà la procedura referendaria. La norma approvata non può entrare in vigore a gennaio. Se si andasse al voto anticipato nei prossimi mesi in palio ci sarebbero, ancora una volta, quasi mille seggi.

È stata decisiva l’accelerazione dei maggiorenti di Forza Italia: Maurizio Gasparri, Lucio Malan e Antonio De Poli. Le sottoscrizioni, custodite in un ufficio di Palazzo Madama, dovrebbero essere trasmesse nelle prossime ore in Cassazione. I risultati sono stati presentati ieri in una conferenza stampa. Vi hanno preso parte Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone, presidente e vicepresidente della Fondazione Einaudi che ha promosso la raccolta delle firme, e i tre primi firmatari Andrea Cangini, Tommaso Nannicini e Nazario Pagano.

“Noi non vediamo l’ora – ha scritto su Facebook Luigi Di Maio – di iniziare questa campagna referendaria per confermare il taglio dei parlamentari. E invito anche tutti i mezzi di comunicazione e i media ad informare in modo trasparente i cittadini”. Il leader grillino ha ricordato che il taglio dei parlamentari è stato proposto dal Movimento 5 stelle e che “il Parlamento ha già approvato da tempo e con ampissimo consenso. Da metà gennaio del nuovo anno sarebbe infatti entrato in vigore. Significa che l’Italia, dopo decenni di tentativi non concretizzatisi, sarebbe finalmente riuscita a ridurre il suo enorme numero di parlamentari, con 345 poltrone in meno da sfamare, per un risparmio di 300mila euro al giorno. Mica male. Ho usato il condizionale perché adesso, appunto, 64 parlamentari hanno firmato per indire un referendum confermativo e quindi tutto, inevitabilmente, slitterà ancora di qualche mese”.

Anche Matteo Salvini si è espresso favorevolmente sul taglio dei parlamentari. “Ho votato quattro volte nella stessa maniera – ha detto a L’Aria che Tira su La7– non sono Di Maio che cambia idea. Voterò per la quinta volta per il taglio dei parlamentari. Penso che il referendum passerà con il 98 per cento del voto degli italiani a favore del taglio dei parlamentari”.

Stefano Ceccanti, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali della Camera, s’interroga sul proprio blog. “È stato sensato promuovere un referendum dall’esito ovviamente scontato? Con tutto il rispetto per i parlamentari firmatari no. Serve soprattutto a dare spazio a motivazioni semplicistiche anti-casta e a dare visibilità a chi per ragioni proprie vuole intestarsi la minoranza del No”.

Ceccanti si domanda poi se il referendum possa “provocare elezioni anticipate”. “Credo che abbiano ragione coloro che sostengono che non c’è nessun automatismo. Nel caso improbabile in cui si vada a quell’esito non credo sarà per questo referendum”. Il referendum sul taglio dei parlamentari, inoltre, “potrebbe in astratto giovare all’ammissibilità del referendum abrogativo. Credo che le motivazioni per l’inammissibilità rimangano più forti, però con questa mossa, voluta da Calderoli e Salvini che hanno aiutato la raccolta di firme, l’ammissibilità acquista qualche chance che prima non aveva per niente”, conclude il costituzionalista del Pd.

L’ex segretario Pd Maurizio Martina in una nota sostiene di non condividere “la richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari. Mi pare oggettivamente che questa iniziativa presti solo il fianco a strumentalizzazioni dannose”.

Aggiornato il 19 dicembre 2019 alle ore 14:27