No, non mi riferisco ai noti pesci, ma a quella sorta di movimento che si muove da qualche settimana in alcune piazze italiane. Premetto che, così presto e allo stato attuale delle cose, non mi permetto di avanzare alcun risentimento nei confronti di questa novità; anzi accennerò a qualcosa che apprezzo del loro attuale, desidero sottolineare attuale, atteggiamento. Però prima di descrivere detto apprezzamento, mi sento come spinto ad esternare altre considerazioni. Ci risiamo?
Ad un certo punto, la storia della nostra Repubblica ci racconta dell’urlo “Ci avete rotto le scatole”, a quei tempi abbastanza azzardato, del partito “L’Uomo Qualunque” che ha fatto seguito all’omonimo giornale diretto da Guglielmo Giannini. Poi, riassumendo velocemente, ci racconta del chiasso “piazzesco” dei cosiddetti “Sessantottini” e dunque, nel 1975, dell’inizio degli slogan deliranti di Democrazia Proletaria. I ricordi di simili incitamenti sono tanti ma, sempre per essere brevi, passiamo rapidamente all’esaltazione che diede i natali al “Partito Radicale” di Marco Pannella e, ancora rapidamente, all’enfasi dello slogan “Ce l’ho duro” che portò il popolo all’eccitazione della “Lega Nord”. Inoltre, dopo la “defenestrata” di Beppe Grillo dalla Rai, correndo dai grillini al M5S, ecco che arriva l’inqualificabile onda popolare scatenata dal “Vaffa” di Beppe Grillo, urlato ovunque.
Possibile che nell’era contemporanea, la mobilitazione politica popolare italiana debba sempre trovare genesi nell’idiozia della facile suggestione? Lo Stato ci angoscia; è vero. È vero anche che la voragine della spesa pubblica sia alimentata dalla disonestà, dal vizio, dall’ingerenza della malavita, dalla corruzione che straripa peggio dei fiumi del cambiamento climatico, dai maledetti furbetti che, tra gli impiegati pubblici, offendono gli impiegati pubblici seri… e via discorrendo.
Certo, è tutto grave e vero, però è anche vero che da più di mezzo secolo l’angariato popolo italiano si lascia guidare dall’imbecillità della suggestione provocata dagli instancabili urlatori della farsa politica. In più, se si pensa che gran parte dei chiassosi movimenti “infatuatori” sia precedentemente finalizzata e progettata a tavolino, dunque finanziata, allora cadono davvero le braccia in terra. Rispolveriamo qualche vecchio giornale e ritorniamo, per esempio, a quel Beppe Grillo che, una volta defenestrato dalla Rai, continuò la sua attività facendo per decenni il comico nei pub e nei night. Rispolveriamo qualche altro vecchio giornale e leggiamo di quando, trovandosi in difficoltà in Parlamento a causa di un rilevante numero di franchi tiratori, certa alta dirigenza di quel partito che negli anni, dall’antico acronimo Pci è riuscito a chiamarsi in mille altri modi fino a diventare Partito Democratico, chiese di incontrare De Benedetti che, per farla proprio breve, chiamò Casaleggio e gli suggerì di “softwarizzare” i grillini in M5S.
Quanta enfasi, quanta antidemocratica baldoria...
A proposito, ritornando alle “Sardine”, ciò che apprezzo nel loro atteggiamento, almeno di oggi, è che invitano alla pacatezza e all’educazione; durerà?
Aggiornato il 19 dicembre 2019 alle ore 11:08