Grillo e Conte rilanciano l’alleanza con il Pd

I dioscuri del governo giallorosso provano a varare la fase due. Giuseppe Conte e Beppe Grillo cercano di rilanciare la maggioranza. Il premier, ospite del talk politico diMartedì, in onda su La7, attacca la Lega e promuove il bonus da duemila euro per i pagamenti digitali. L’obiettivo è rimettere al centro la lotta all’evasione. D’altro canto, l’ex comico, dopo aver visto i senatori grillini, a tarda sera incontra i deputati del Movimento cinque stelle. L’obiettivo di Conte e Grillo è il medesimo: convincere i parlamentari a sostenere con fermezza il governo con il Pd e, allo stesso, tempo, andare in soccorso del capo politico nella difficile opera di ricompattamento dei pentastellati.

“Il consenso di Salvini – ha detto il premier – credo stia scemando, stando ai sondaggi”. Conte rilancia l’idea del cashback per chi paga con la carta. “Ma il ventaglio dei pagamenti digitali sarà ampio e accessibile a tutti. Dalla lotta all’evasione può arrivare un tesoretto da 100 miliardi”. Il premier parla di “responsabilità”, della necessità di dare risposte e ricorda che l’intesa nel nuovo governo è ampia e saprà dispiegarsi nel tempo: “abbiamo chiesto la fiducia su 29 punti programmatici ed è chiaro che non possiamo fare tutto insieme”.

Matteo Salvini non ci sta e torna a parlare di elezioni anticipate. “Fare cinque cose insieme in fretta. Cambiare il Paese e tornare a votare”.

Al fianco di Grillo ieri è apparso anche Davide Casaleggio, inedito partecipante alle assemblee dei parlamentari, dopo mesi in cui anche il figlio del guru del M5s è finito nel mirino per il suo ruolo spesso considerato troppo influente. “Il Pd – ha detto ai suoi il comico – non è più quello di prima. Possiamo stringergli le mani”.

Intanto, il governo deve affrontare la vertenza legata agli istituti di credito. Ad inizio gennaio, dovrà decidere la questione del presidente della commissione banche. La tensione sulla possibile presidenza di Elio Lannutti è altissima. “Le sue capacità non discutono e sul figlio non c’è conflitto di interessi”, spiega il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Ma il Pd non ne vuole sapere: “Uno degli estimatori dei protocolli dei Savi anziani di Sion non può fare il presidente della Commissione: non avrà i nostri voti”. E visto che sulla sua candidatura la maggioranza non c’è i dem chiedono al leader pentastellato di prenderne atto e a Lannutti di agire di conseguenza. Ma Il M5s non si tira indietro: pur ribadendo come il gruppo parlamentare abbia “la piena autonomia nell’indicare un nome” evidenzia pure come il presidente non potrà essere che “frutto di un accordo di maggioranza”.

Aggiornato il 18 dicembre 2019 alle ore 13:09