Di banca in banca…

Verrebbe da chiedersi come mai Giuseppe Conte e il suo governo annuncino in continuazione una lotta senza quartiere all’evasione e non facciano altrettanto sulla mala gestione bancaria che in questi anni è costata un’eresia agli italiani. Che piaccia o meno la verità è che dal Mps alle Venete, dalle Marche alla Carige e adesso alla Popolare di Bari, si arriva sempre ad un passo dall’inferno, prima di intervenire con piani straordinari di salvataggio. Perché, sia chiaro, da noi al contrario di tanta parte del mondo non si sa il motivo per cui le banche non si lascino fallire come forse sarebbe bene almeno in alcuni casi. Per carità il fallimento di un istituto di credito è oggettivamente diverso dal crac di una qualsiasi altra azienda, perché comporta effetti collaterali sul risparmio, sul sistema, sull’indotto, sul mercato Retail e sui cittadini, in certi casi devastante, dunque bisogna andarci piano eccome. Però la domanda nasce spontanea: ci sarà pure una buona volta che sia “d’esempio”, che metta tutti in guardia del fatto che anche una banca possa chiudere sotto il peso degli sbagli, dei trucchi contabili, degli escamotage truffaldini, dei prestiti allegri. Insomma, della mala gestione.

In fondo delle due l’una. O si conviene che da noi sia come sia una banca trovi sempre un soccorso sulle spalle di tutti, perché i costi alla fine direttamente o indirettamente li paga pantalone, oppure ci si mette in testa che per un’azienda di credito, possa accadere quel che accade alle altre aziende. Sia chiaro, in Italia il sistema bancario è certamente più solido e affidabile che in tanta parte d’Europa. Inutile infatti tornare sul significato reale del Mes voluto da Francia e Germania, però che qualcosa non torni in termini di controlli e vigilanza è altrettanto chiaro. Ecco perché diciamo come mai il Governo non disponga l’obbligo di una sessione straordinaria da parte di Bankitalia e Consob, di verifiche, al pari della lotta all’evasione, sui conti, sulla gestione, sui tassi di copertura, sulle operazioni mobiliari, degli istituti di credito.

Qui non si tratta di sfiducia a prescindere ovviamente. Si tratta di capire la ragione per cui ai piccoli imprenditori, agli artigiani, alle famiglie, l’accesso al credito, ai prestiti, sia sempre più difficile, costoso e limitato, mentre per altri più grandi e famosi sia talvolta scontato, allegro e fatale. Oltretutto, mentre i microimprenditori, le mini attività insieme all’obbligo di garanzie reali, pagano senza sgarro interessi alti per non dire peggio, ai “grossi” viene riservato il trattamento prime rate e privilegi vari, col risultato che i danni guarda caso arrivano quasi sempre da questi ultimi.

Come se non bastasse, da quando è entrato in circolazione l’euro e la Bce ha preso il comando assoluto della moneta, alle banche centrali è restato essenzialmente l’obbligo dei controlli e della vigilanza. Dunque dovrebbe essere più facile evitare di arrivare al peggio. Certo, in Italia il ruolo della banca centrale è stato sempre singolare rispetto al resto del mondo. Non fosse altro perché ha fornito alle istituzioni, fino alle più alte, nomi di prestigio. Altrove, governatori e direttori generali non diventano mai capi di Stato, premier e ministri del Tesoro. Figuriamoci se in America, in Francia o in Germania ed Inghilterra, il capo della banca centrale oppure un altissimo dirigente, potrebbe mai diventare presidente degli Stati Uniti o della Repubblica francese o primo ministro, se non altro che per la separazione dei poteri tra politica e amministrazione.

Anche se va detto che da noi questa singolarità abbia permesso al Paese di avere in Bankitalia una riserva di personaggi di grande spessore personale, professionale e umano. Sia come sia qualcosa andrebbe rivisto. Dallo statuto alla composizione della banca centrale, dagli strumenti e dai poteri di vigilanza e controllo, dalla riforma dell’intero sistema di credito. Solo così facendo tesoro degli incidenti di percorso si potrà arrivare finalmente ad una garanzia maggiore.

Aggiornato il 18 dicembre 2019 alle ore 11:55