Manovra: il Senato approva, l’opposizione polemizza

Ieri il Senato ha detto “sì” alla Manovra. Sono stati 166 i voti favorevoli e 128 i contrari. Il Movimento cinque stelle è venuto allo scoperto un gruppo di dissidenti: Gianluigi Paragone, che ha votato no e quattro assenti, Cataldo Mininno, Lello Ciampolillo, Primo Di Nicola, Mario Michele Giarrusso.

“Con rammarico – ha detto in Aula Paragone – mi trovo a votare in dissenso, non sono stato eletto per tenere gli italiani ingabbiati in un bilancio imposto dall’Europa. Dentro questa Manovra trovo ancora una volta la logica della gabbia di Bruxelles. Quindi, purtroppo, devo votare no”.

Oggi l’Aula ha approvato la nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e per il triennio 2020-2022. I sì sono stati 158, i no 108. Quindi, l’assemblea ha approvato il Disegno di legge con la Manovra economica 2020 con 157 sì e 108 no.

Dopo giornate cariche di tensione, è stato deciso lo stralcio di 15 norme e una settantina di correzioni finali. Ha destato polemiche la decisione di Elisabetta Casellati. La presidente ha fatto dichiarare inammissibile la norma per legalizzare la cannabis leggera. Il centrodestra ha applaudito, ma la maggioranza e il governo hanno protestato. I pentastellati hanno chiesto addirittura le dimissioni da presidente del Senato.

Il testo deve ora essere approvato dalla Camera “blindato”, senza più modifiche, per essere approvato a ridosso di Natale. Salvo imprevisti, la Manovra non cambia più: passa senza la legalizzazione della canapa, con lo stop all’aumento dell’Iva, con un taglio da tre miliardi delle tasse per i lavoratori, con plastic e sugar tax ma anche con una nuova tegola da 47 miliardi di aumenti di Iva e accise nel 2021 e nel 2022 che dovranno essere disinnescati.

La Manovra 2020, dopo le modifiche approvate in Senato, potrebbe salire e toccare i 32 miliardi. È quanto si apprende da fonti parlamentari, che sottolineano come i conti siano ancora in corso e occorra attendere per una cifra definitiva.

Per il ministro dem dell’Economia Roberto Gualtieri, “il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa e una Manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto. Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo. Dopo il voto finale alla Camera, partirà il lavoro sulle grandi riforme a partire dall’alleggerimento del carico fiscale per i redditi medi e bassi, e sugli investimenti e su una nuova politica industriale sempre più orientata all’innovazione, allo sviluppo e alla sostenibilità”.

Secondo Matteo Renzi, “il 2020 è l’anno delle scelte: o si fa sul serio o la crescita zero inghiottirà tutti”, quindi Italia viva “non nega la fiducia, ma chiede al governo un cambio di passo”.

Matteo Salvini è polemico sulla cannabis light. “Ci tengo a ringraziare tecnicamente – ha detto il leader leghista – il presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore”.

Intanto, il governo è intenzionato a porre la fiducia alla Camera domenica 22 dicembre. Le opposizioni vanno all’attacco sui tempi d’esame del provvedimento. Fratelli d’Italia ha abbandonato per protesta la conferenza dei capigruppo alla Camera per l’intenzione della maggioranza di “chiudere prima di Natale” la manovra, verosimilmente il 23 dicembre, riferisce il capogruppo Francesco Lollobrigida.

“Tempi troppo brevi”, lamenta Fdi, che contesta anche l’impasse sulle Commissioni banche e Forteto e sull’elezione dei membri di Authority privacy e Agcom. Fdi ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di farsi interprete della protesta presso il capo dello Stato. “Faremo ricorso alla Consulta”, ribadisce Salvini, parlando della Manovra e sottolineando la “mancanza di trasparenza” e criticando “tempi e modi” dell’esame.

Aggiornato il 17 dicembre 2019 alle ore 13:58