Mes, Conte alla Camera: “L’Italia non ha nulla da temere”

Secondo Giuseppe Conte l’Italia non deve preoccuparsi della riforma del Mes, il cosiddetto fondo salva-Stati. Il premier ha parlato nel corso delle comunicazioni alla Camera, in vista del prossimo Consiglio europeo. Per Conte, “il governo italiano intende promuovere una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere. L’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati”.

Conte ha puntualizzato che “la revisione del trattato sul Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente. Ed è nostra ferma intenzione che questo non accada. Non ci sarà alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma viene lasciato alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri”.

Per il premier, “bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione europea. Se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé”.

Conte ha chiarito che “la posizione del governo in sede europea sarà sempre coerente con gli indirizzi definiti dalle Camere. Non posso che ribadire quanto già auspicato nelle comunicazioni alle Camere il 2 dicembre scorso, ovvero che il Parlamento con la sua autorevolezza, in virtù della sua legittimazione democratica, contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte, di un Paese coeso, che si impegna a rafforzare le istituzioni europee”.

Dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, si è aperto il dibattito. “Venduti, venduti”, hanno urlato in coro i deputati leghisti alla fine dell’intervento della dem Lia Quartapelle. Dal centrosinistra sono arrivate proteste e una reprimenda del presidente Roberto Fico, attaccato a sua volta da Fratelli d’Italia.

L’accordo sulla riforma del Mes era stato ottenuto dalla maggioranza giallorossa nella notte. “Accordo chiuso nella notte, intorno alle 2.30”, ha detto Luigi Di Maio. “Confermata la logica del pacchetto Siamo soddisfatti per la risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste dal Movimento cinque stelle”. Le stesse fonti hanno precisato che “la logica di pacchetto è stata confermata, ci sarà un nuovo round in Parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo. Ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”.

Ma il leader grillino ha ribadito che per quanto riguarda l’approvazione della riforma “finché non avremo un quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva niente”. Abbiamo ottenuto, ha dichiarato, che prima dei prossimi passaggi sul Mes a gennaio o febbraio “si torni in Parlamento e che questo venga pienamente coinvolto. E anche questo è dentro la risoluzione” di maggioranza. “L’Italia deve essere sicura al 200 per cento e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma”.

Aggiornato il 11 dicembre 2019 alle ore 16:29