
La svolta per Alitalia sembra lontana. Lo stesso premier sembra quasi rassegnato. “Per Alitalia – ha detto Giuseppe Conte – non c’è una soluzione di mercato a portata di mano”. Il governo giallorosso sta vagliando una serie si piste alternative. L’obiettivo è quello “rilanciare” e non solo “salvare” la compagnia di bandiera. Ma, al momento, il piano è carico di incognite. “Su Alitalia, alla scadenza prevista, non è stata formalizzata l’offerta vincolante da parte del consorzio. Dunque, resta la disponibilità di Fs, di Delta, vediamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa. Ma è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano. La soluzione di mercato in realtà è la soluzione preferita dal governo. Stiamo valutando proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative”.
Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, in audizione in commissione Industria al Senato, ha confermato le parole del premier. “Al momento – ha detto – una soluzione di mercato non c’è. Stiamo valutando diverse opzioni con attenzione. Non è una proroga al consorzio che si stava costituendo, perché quella strada lì non cè più. È dieci anni che si tenta di privatizzare. Alitalia ha una dimensione che il mercato fa difficoltà ad accettare”.
Dal canto suo, Atlantia ha giocato una doppia partita, sempre intrecciata al rilancio del vettore con le autostrade. Per questioni più finanziarie che politiche. La holding dei Benetton ha sottolineato che “senza i ricavi delle concessioni autostradali diventa difficile impegnarsi in un’operazione onerosa di complessa gestione ed elevato rischio”.
Un’altra causa per la quale la newco non è riuscita a decollare è stata la prudenza di Delta e proprio di Lufthansa a impegnarsi come partner industriali alla guida del consorzio. Richiesta, quella di un partner industriale forte, fatta sia da Atlantia che da Fs. Al momento tra le ipotesi allo studio del governo per risolvere la questione figura quella di nominare un super-commissario che sostituirebbe gli attuali, Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari, e verrebbe affiancato da un esperto del settore con il compito di rendere la società più appetibile. Una nuova struttura commissariale potrebbe avere più chance di avere il via libera dall’Ue per i 400 milioni di euro di prestito con meno rischi di incorrere nella procedura per aiuti di Stato.
Aggiornato il 26 novembre 2019 alle ore 17:03