Cosa ci insegna il referendum costituzionale del 2016?

Quali sono le determinanti del voto referendario del 4 dicembre 2016, con cui gli italiani hanno bocciato la riforma costituzionale del Governo Renzi? Se ne occupano Mariano Bella e Giovanni Graziano (Ufficio studi Confcommercio) in un Focus dell’Istituto Bruno Leoni, “Le determinanti del voto referendario del 4 dicembre 2016”.

Secondo Bella e Graziano – che conducono un’analisi di regressione sulle preferenze politiche, le caratteristiche socioeconomiche dell’elettorato e l’esito del referendum a livello di comune – “l’orientamento del voto referendario appare costruito secondo criteri gerarchicamente ordinati: (1) la determinante primaria è l’orientamento politico (adesione all’indicazione di voto proclamata dal leader del partito che si preferisce, (2) poi agisce la condizione socioeconomica e, infine, se resta spazio, (3) il voto è modellato secondo qualche opinione sui contenuti effettivi della riforma”.

Secondo gli autori, questo suggerisce che l’opinione degli elettori sul merito della riforma costituisce un criterio residuale nel determinarne gli orientamenti di voto. Per migliorare la capacità dei cittadini di valutare il contenuto delle proposte, anziché orientarsi secondo la propria appartenenza politica o condizione socio-economica, secondo Bella e Graziano sarebbe opportuno potenziare l’insegnamento delle istituzioni politiche di base nell’ambito dei percorsi scolastici, con l’obiettivo di “evidenziare il legame tra funzionamento delle regole-istituzioni di base e funzionamento della vita civile ed economica di individui e organizzazioni”.

Solo così sarà possibile evitare di personalizzare le consultazioni referendarie.

Aggiornato il 18 novembre 2019 alle ore 11:25