Consulta, Salvini: “Permessi premio a mafiosi? Sentenza che grida vendetta”

Matteo Salvini commenta duramente la decisione della Corte Costituzionale. La Consulta ha deciso di far cadere il divieto di non concedere permessi premio ai mafiosi anche se non collaborano. “Permessi premio a mafiosi e terroristi? Sentenza che grida vendetta”, attacca l’ex ministro dell’Interno. In una diretta Facebook, il leader leghista mostra tutto il proprio disappunto. “Un permesso premio a chi ha massacrato, a mafiosi che hanno massacrato? Non vedo l’ora di tornare al governo per sistemare un po’ di cose”.

Salvini definisce “indegna” la sentenza della Corte Costituzionale su “possibili permessi premio anche a chi ha ergastoli per mafia e terrorismo. Mi sale la pressione, ma che testa hanno questi giudici? Premio-ergastolo, premio-mafia: è un ossimoro, è un’antitesi. Ma che Paese sta diventando l’Italia?”.

“Vedremo con i nostri uffici di Camera e Senato – argomenta Salvini – se è possibile ricorrere. Perché è una sentenza che grida vendetta. O proviamo a cambiare la sentenza oppure la Costituzione, se è questa l’interpretazione che ne viene data”.

Sempre via Facebook arriva la replica di Stefano Ceccanti. “Il segretario della Lega Salvini – sostiene il deputato del Pd – vuole far studiare agli uffici dei suoi gruppi se e come sia possibile fare ricorso contro la sentenza della Corte sull’ergastolo ostativo. È sufficiente leggere l’articolo 137 comma 3 della Costituzione: Contro le decisioni della Corte Costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione. Non occorrono grandi uffici per trovarlo”.

Aggiornato il 24 ottobre 2019 alle ore 14:31