
Cambiamenti radicali in vista del “nuovo” ticket sanitario. Almeno secondo l’idea del neo ministro di Leu alla Salute Roberto Speranza. La bozza del disegno di legge elaborata dal più “rosso” di tutto il governo giallorosso, prevede che “il ticket non si pagherà più in quote uguali per tutti, ma sarà rapportato al reddito del nucleo familiare fiscale tenendo conto della numerosità del nucleo familiare”.
Sono solo alcune prime idee sul riordino della materia dei ticket, allo studio in questi giorni. Per Speranza, l’obiettivo è “quello di garantire maggiore equità nel pagamento del ticket sulla base del reddito”. Nel ddl, si legge, “sono identificate le prestazioni sanitarie erogate a tutela di condizioni di particolare interesse sociale, escluse dalla partecipazione alla spesa sanitaria, come i soggetti vulnerabili privi di reddito”.
La partecipazione alla spesa sanitaria “è graduata in relazione al reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale, rapportato alla composizione del nucleo stesso sulla base di una scala di equivalenza (reddito equivalente RE); la disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria tiene conto della presenza di malattie croniche e invalidanti o di malattie rare ovvero del riconoscimento di invalidità o dell’appartenenza a categorie protette; è fissato un importo massimo annuale di partecipazione alla spesa sanitaria, rapportato al reddito equivalente, al superamento del quale cessa l’obbligo della partecipazione alla spesa sanitaria”.
In un video postato ieri su Facebook, Speranza ha dichiarato: “Chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno. Abbiamo deciso di collegare alla Finanziaria un ddl di riordino della materia dei ticket che è la modalità di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria. Lo faremo con un criterio di progressività”.
Per il ministro, “di fronte a un ticket sanitario non conta quanti soldi hai e non conta se sei un miliardario o una persona in difficoltà economica. Infatti, al di là delle soglie di esenzione, si paga sempre la stessa cosa”.
Aggiornato il 02 ottobre 2019 alle ore 13:48