Quelli che non capiscono cosa sia il Parlamento

La secessione di Matteo Renzi e le previste o minacciate secessioni nel gruppo dei Cinque stelle, ha fatto rivenir fuori la minaccia di “multare” i parlamentari “ribelli”. Quelli che fanno simili minacce, mostrano di non capire ciò che è e deve essere il Parlamento. Non sono solo i Cinque stelle, perché ad essi si è ora unito anche il Pd e già in passato il “divieto” di cambiare gruppo parlamentare era stato prospettato (in verità con scarso successo) da Silvio Berlusconi, la questione del “vincolo di mandato” che la Costituzione vieta potersi imporre a deputati e senatori. I “proprietari” di questi serragli che sono diventati i partiti politici, insistono nel voler ignorare tutto ciò, tanto da inserire (Cinque stelle) nel loro Statuto una “multa”, intorno ai 100mila euro per chi “cambi casacca”.

“Cambiar casacca” è in sé comportamento riprovevole. Si tratta però, innanzitutto, di vedere se a “cambiar casacca” sia il parlamentare o il partito. Ma non è questa la questione. Il parlamentare, quale che sia il sistema elettorale con il quale è andato a far parte della Camera, deve essere libero di ogni sua scelta (compresa quella del cambio della “casacca”). Questo impone lo spirito del sistema della democrazia rappresentativa e parlamentare. E lo afferma esplicitamente la Costituzione, nell’articolo 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” (Così recitava anche lo Statuto Albertino).

Nella loro chiusura mentale verso lo spirito della politica, delle sue norme e, soprattutto verso il sistema parlamentare (il serraglio pentastellato è tipicamente antiparlamentare) i seguaci di Grillo, dipendenti dalla Casaleggio Associati, hanno previsto l’impegno a non lasciare il gruppo e a “non cambiare casacca”. Espressione questa della loro ignoranza; si tratta di una pattuizione nulla e priva di efficacia ed in sé sostanzialmente delittuosa.

“Cambiar casacca”, intendiamoci bene, non è certo, nella generalità dei casi, una buona azione ed in molti casi è un’autentica mascalzonata (ma altre volte è un dovere morale). Ma non tutte le mascalzonate possono essere scongiurate e represse con pattuizioni civili e con “multe”. Certe “misure antimascalzonate” sono anch’esse delle mascalzonate o, comunque incompatibili con lo spirito stesso delle istituzioni che dovrebbero difendere.

La smettano quindi Pd, Berlusconi, Grillo, Casaleggio e comproprietari dei Cinque stelle di lanciare minacce impossibili e difendano l’integrità del loro gruppo di parlamentari in altro modo: ad esempio, rendendo meno grottesco e ridicolo il fatto di appartenervi.

E i signori giornalisti non manchino, quando riferiscono di notizie di certe illecite minacce, di sottolineare la loro vacuità. Le pernacchie le lascino pure a noi ed a tutti i cittadini.

Aggiornato il 01 ottobre 2019 alle ore 09:15