
C’è una nuova forma di sfruttamento dei minorenni che si aggira per il Bel paese. E che potrebbe essere assimilata a quello sessuale: potremmo chiamarla “pedofilia elettorale”. Con i politici di sinistra nelle vesti di quei vecchi maniaci che mettono in autobus la propria mano morta sul sedere di adolescenti in realtà talmente ipervitaminizzate e spesso molto ma molto succinte da essere scambiate per maggiorenni. Ma, giustamente, in questi casi si parla sempre e comunque di aggressioni a sfondo sessuale e il maniaco di turno viene duramente punito. Io suggerirei di fare la stessa cosa per coloro che cercano di accaparrarsi voti in più irretendo politicamente una gioventù tanto generosa negli ideali quanto assai ignorante in materia di scienza e dintorni.
Poche settimane fa era uscita una notizia sul fatto che uno su tre dei futuri elettori forse di sinistra, e anche di ragazzi un po’ più grandi, non era in grado di capire il testo Invalsi che leggeva per l’ammissione alle facoltà. Così invece di correre ai ripari e far fare esami psicoattitudinali a tutti, anche e soprattutto agli adulti, prima di dare loro una tessera elettorale, si è fatta questa pensata di abbassare la soglia di età per votare, nella presunzione, veramente da predatori politici, che poi i voti vadano a certa sinistra. Sarebbe come se, siccome alle persone di una certa età possono piacere le ragazzette adolescenti, si abbassasse la soglia di età in cui il consenso viene considerato preventivamente estorto.
Insomma, i vecchi politici della sinistra si sono “innamorati” dei ragazzini “gretini” e vogliono in qualche maniera approfittarsi di loro elettoralmente abbassando la soglia del consenso presunto a sedici anni e consegnandoli a un vero e proprio imbroglio elettorale. Se non è una forma di “pedofilia” del consenso elettorale questa…
Aggiornato il 01 ottobre 2019 alle ore 13:03