M5s, Fronda anti-Di Maio: “Un grande malinteso”

Si apre la fronda interna al Movimento cinque stelle. Luigi Di Maio, a New York per l’assemblea generale dell’Onu, è costretto a parlarne. Ieri, in un incontro dei senatori grillini è stato stilato un documento che chiede di rivedere i poteri del leader. Secondo fonti vicine ai pentastellati, l’obiettivo è sostituire Di Maio con un direttorio.

“Sono stato eletto capo politico con l’80 per cento di preferenze – sostiene il ministro degli Esteri – non con il 100 per cento. Ed è giusto che ci sia chi non è d’accordo ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me... Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: Non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare”. Di Maio prova a rilanciare il nuovo schema organizzativo: “Nei prossimi mesi la mia idea di ristrutturare il Movimento con il team del futuro e i facilitatori regionali sarà portata avanti e avremo un’organizzazione che il Movimento prima non ha mai avuto”.

Un fatto è certo: per la prima volta, in maniera plateale, Di Maio viene messo in discussione dai suoi stessi parlamentari. Anche se uno dei frondisti, Emanuele Dessì, cerca di ridimensionare gli effetti del documento: “C’è stata – afferma – una strumentalizzazione. Viste le ricostruzioni della stampa di oggi, ci tengo a precisare che le 70 firme raccolte servono semplicemente a convocare un’assemblea del Gruppo del Movimento 5 stelle al Senato al fine di discutere eventuali modifiche al regolamento del gruppo stesso. Luigi Di Maio non è in discussione”.

Il capo dei malpancisti grillini è, indubbiamente, l’ex deputato Alessandro Di Battista. L’acerrimo amico di Di Maio. Ma tra i delusi figurano anche Michele Giarrusso e gli ex ministri del governo gialloverde Barbara Lezzi e Danilo Toninelli. Il loro attivismo preoccupa non poco il capo politico pentastellato.

Aggiornato il 25 settembre 2019 alle ore 14:10