Il patto europeo sui migranti: le critiche di Salvini

Il patto europeo sui migranti è stato raggiunto a La Valletta. Lo hanno sottoscritto Malta, Italia, Francia e Germania, con la Finlandia (presidenza di turno dell’Ue) e la Commissione europea. Il progetto non è ancora operativo poiché non è ancora definito il numero dei Paesi che firmeranno. Per queste ragioni, bisognerà attendere il summit dell’8 ottobre in Lussemburgo, tra i ministri dell’Interno dell’Ue. Il patto si articola in quattro punti: Redistribuzione di tutti i richiedenti asilo; Tempi rapidi per la redistribuzione; Distribuzione su base obbligatoria; Rotazione volontaria dei porti.

Redistribuzione di tutti i richiedenti asilo

Rappresenta il primo passo per superare l’accordo di Dublino, che impone ai migranti di fare la domanda di asilo nel Paese di primo approdo. La bozza del patto si fonda sulla redistribuzione di tutti i richiedenti asilo. Questa formula non esclude chi parte per motivi economici. Tutti i migranti salvati dalle navi delle ong e da quelle militari verranno redistribuiti nei Paesi europei che hanno dato la disponibilità prima di presentare la domanda d’asilo. In pratica, i migranti non saranno più a carico del Paese di sbarco.

Tempi rapidi per redistribuzione

La bozza d’accordo indica in quattro settimane il tempo massimo per attuare il meccanismo di ricollocamento dei migranti nei Paesi dell’Ue che hanno dato la disponibilità all’accoglienza.

Distribuzione su base obbligatoria

Italia, Malta, Francia e Germania hanno trovato l’accordo: la distribuzione tra gli Stati sarà obbligatoria, con percentuali e quote che verranno stabilite quando si saprà il numero dei Paesi che decideranno di partecipare al patto.

Rotazione volontaria dei porti

È il compromesso tra le due proposte in campo: quella di Italia e Malta, che chiedevano una rotazione obbligatoria dei porti di sbarco e quella di Francia e Germania, che indicavano come porto di primo approdo quello del Paese sicuro più vicino al punto in cui avviene il salvataggio dei migranti.

Giuseppe Conte definisce il patto una “svolta completa anche se non è la soluzione finale”. Sul decreto Sicurezza il premier spiega che con il Pd è stato “concordato di recepire le indicazioni del presidente di Repubblica sul decreto. Ma il nostro obiettivo è di non rinunciare a uno strumento che ci può consentire un miglior controllo dei confini e di poter dire che si entra alle condizioni che decidiamo noi”.

Matteo Salvini è critico sul Patto europeo. “In un anno di governo – sostiene – ho ridotto gli sbarchi del 75 per cento, e in un solo mese di Pd-M5s gli arrivi sono aumentati. Questi sono fatti, mentre l’accordo di Malta è solo l’ennesima promessa dell’Europa. Tante parole ma fatti zero, come in passato. Il premier Conte dovrebbe ricordarlo e mostrare rispetto per chi ha governato con lui per 14 mesi, contribuendo a strapparlo dall’anonimato. Se non sopportava me e la Lega, poteva dirlo subito”.

Intanto, sono cominciate oggi alle 11, sulla banchina Norimberga del porto di Messina, le operazioni di sbarco dei 182 migranti a bordo dalla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere. I profughi, tra cui numerose donne e 14 bambini uno dei quali di soli otto giorni, erano stati soccorsi la settimana scorsa al largo delle coste libiche. La decisione di indicare Messina come porto sicuro è stata presa dal Viminale dopo che la Commissione europea ha raggiunto un accordo sulla redistribuzione dei migranti in cinque paesi dell’Ue.

Aggiornato il 24 settembre 2019 alle ore 12:50