
La piattaforma Rousseau ha detto sì. Ancora una volta. Seppure con una percentuale ridotta: il 60,9 per cento dei votanti. Disco verde al “patto civico” per l’Umbria annunciato da Luigi Di Maio. I votanti sono stati 35.036: i sì sono stati 21.320, i no 13.716, pari al 39,1 per cento. La votazione era aperta a tutti gli iscritti M5s sul territorio nazionale.
I pentastellati insistono ancora sul nome di Stefania Proietti. Ma il Partito Democratico non vuole rinunciare ad Andrea Fora. Mancano pochi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la situazione sembra essere ancora di stallo. Si cerca il nome del compromesso. Un fatto è certo: Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio hanno intenzione di voler arrivare ad un accordo. Eppure, nel frattempo, il capo grillino batte sempre sullo stesso tasto: il taglio dei parlamentari. A questo proposito, dal fronte Pd si percepisce un malcelato fastidio.
“Non dobbiamo superare nessun esame di affidabilità. Sul taglio dei parlamentari abbiamo preso un impegno e lo rispetteremo. La fiducia è una merce preziosa”, è risposta del capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio. In questo contesto si inserisce la difficilissima trattativa sull’Umbria.
Il commissario straordinario del Pd umbro, Walter Verini, tira dritto. “Siamo sorpresi – dice – aspettiamo una risposta su una candidatura seria come quella di Andrea Fora”. Ma, al momento, quella candidatura pare definitivamente tramontata. Si fa strada un’altra ipotesi: quella di Francesca Di Maolo, avvocato e presidente del Serafico di Assisi.
Aggiornato il 21 settembre 2019 alle ore 16:40